Bergamo Jazz, 25 marzo 2018 – terza parte

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Bergamo Jazz 2018
Uri Caine, Dave Douglas, Paolo Fresu, e Enrico Rava - teatro Creberg - Bergamo Jazz 2018

Bergamo Jazz, 25 marzo 2018, varie sedi – terza parte

La quarta ed ultima giornata di Bergamo Jazz ha riservato non poche sorprese, spaziando ancor più – rispetto alle precedenti – tra approcci, contenuti e stili.

Ambientato nel recentemente restaurato Oratorio di San Lupo, vero e proprio scrigno acustico, il concerto del duo “Brockowitz” – Zach Brock (violino) e Phil Markowitz (piano) – ha abbracciato una vasta gamma di fonti ispirative: dalla tradizione jazz alla popular music, con sostanziosi contributi del Novecento europeo. Le condizioni acustiche ottimali hanno valorizzato l’impressionante nitidezza e l’ampio spettro dinamico espressi sia dalle inflessioni classicheggianti del violinista che dal tocco calibrato del pianista. Markowitz racchiude nella propria cifra un corposo bagaglio jazzistico, con riferimenti a Bill Evans (che infatti incise la sua Sno’ Peas, qui riproposta), e un’inclinazione verso l’Impressionismo di Debussy e Satie. Brock unisce a una ferrea preparazione classica il retaggio di violinisti jazz come Jean-Luc Ponty, Zbigniew Seifert e Mark Feldman. Caratteristiche, queste, che consentono ai due di trattare con coerenza stilistica classici come Come Sunday di Ellington e Stella By Starlight, temi di ispirazione popular (Brooklyn Ballad di Brock) ed elementi riconducibili al Novecento europeo, in particolare a Bartók, in Schizo Scherzo di Markowitz, articolata su un avvincente 12/8.

Bergamo Jazz 2018
duo “Brockowitz” – Zach Brock e Phil Markowitz – Ex Oratorio di San Lupo – Bergamo Jazz 2018

La Sala alla Porta S. Agostino, sede del Jazz Club di Bergamo, ha ospitato l’effervescente quintetto di Jeremy Pelt. La musica del trombettista persegue in chiave moderna l’impronta del bop più avanzato, partendo dall’eredità dei Jazz Messengers fino alle raffinate architetture presenti nelle incisioni Blue Note di Wayne Shorter. Come trombettista Pelt si colloca su una linea che idealmente unisce Clifford Brown, Lee Morgan, Booker Little, Freddie Hubbard e Woody Shaw. A un rigoroso controllo del suono e delle dinamiche abbina un fraseggio scorrevole e compiuto, in particolare sugli up tempo, e ricco di sfumature, come evidenziato dagli slow. Victor Gould (p.), degno erede di Mulgrew Miller, Richie Goods (cb., in sostituzione del titolare Vicente Archer), Jonathan Barber (batt.) e Jacqueline Acevedo (perc.) creano un impianto ritmico-armonico incisivo, spumeggiante e propulsivo. Per quanto codificata e storicizzata, questa musica – della quale gli esecutori sono depositari legittimi – possiede energia vitale ed onestà intellettuale. In questo caso si può davvero parlare di Great Black Music.

Bergamo Jazz 2018
Jeremy Pelt Quintet – Porta di S. Agostino – bergamo Jazz 2018
Jeremy Pelt - Porta di S. Agostino - Bergamo Jazz 2018
Jeremy Pelt – Porta di S. Agostino – Bergamo Jazz 2018

Unico evento extrajazzistico, il concerto al Teatro Sociale di Silvia Pérez Cruz ha messo in evidenza le qualità di interprete e il carisma della cantante catalana, contraddistinti da forte presenza scenica, trasporto passionale e capacità narrativa. Silvia esprime il meglio di se stessa affrontando un repertorio di provenienza iberica (nella madrelingua catalana, in castigliano e portoghese) o latino-americana. Sul piano poetico ed espressivo gli esiti più affascinanti si raggiungono nella riproposizione di Tonada de luna llena del venezuelano Simón Díaz, portata a conoscenza del grande pubblico da Caetano Veloso in «Fina estampa»; in una drammatica versione del fado Estranha forma de vida, cavallo di battaglia di Amália Rodrigues; in un duo – cantato in catalano – col violoncello di Joan Antoni Pich. Quest’ultimo è autore dei pregevoli arrangiamenti che trasportano temi popolari in ambito cameristico grazie all’apporto di un quintetto d’archi: oltre al cello, i violini di Elena Rey e Carlos Montfort, la viola di Anna Aldomá e il contrabbasso di Miguel Ángel Cordero.

Silvia Pérez Cruz - Teatro Sciale - Bergamo Jazz 2018
Silvia Pérez Cruz – Teatro Sciale – Bergamo Jazz 2018

Di nuovo al Teatro Creberg, il concerto finale aveva lo scopo di sancire idealmente quarant’anni di Bergamo Jazz con la presenza degli ultimi quattro direttori artistici: oltre a Dave Douglas, Enrico Rava, Paolo Fresu e Uri Caine. Quindi, tre trombe (più il flicorno di Fresu) e piano, in un sestetto completato da Linda May Han Oh (cb.) e Clarence Penn (batt.). Voci di corridoio avevano segnalato anche la partecipazione di ospiti. Era lecito aspettarsi dunque un evento all’insegna della festa, poco più che una jam session. Invece Douglas aveva allestito un programma composto in prevalenza da composizioni proprie, da mettere a punto in un paio di giornate di prove. Ne è scaturito un concerto di grande livello, con esiti di grande efficacia. Esempi? Gli assolo incrociati di Douglas e Jeremy Pelt in Demigods; l’emozionante intervento di Tino Tracanna al tenore in At Dawn; il viscerale intermezzo di Linda al contrabbasso in Tribe di Rava; la cantabilità di Un tema per Roma di Fresu valorizzata dagli inserti di Greg Ward all’alto, Tracanna al tenore e Fresu al flicorno; la successione di assolo (Douglas, Fresu, Rava, Caine e Penn) in Pickin’ The Cabbage di Dizzy Gillespie.

Uri Caine, Paolo fresu, Enrico rava e Dave Douglas - Creberg - Bergamo Jazz 2018
Uri Caine, Paolo Fresu, Enrico Rava e Dave Douglas – teatro Creberg – Bergamo Jazz 2018
Bergamo Jazz 2018
Greg Ward, Dave Douglas, Jeremy Pelt e Linda May Han Ho – teatro Creberg – Bergamo Jazz 2018
Tino Tracanna e Greg Ward - teatro Creberg - Bergamo Jazz 2018
Tino Tracanna e Greg Ward – teatro Creberg – Bergamo Jazz 2018

Degna conclusione di un festival che si è rivelato perfino superiore alle aspettative, confermando la sinergia tra organizzazione, istituzioni locali e sponsor, rafforzando il legame con i musicisti locali grazie alla rassegna Scintille di Jazz curata da Tino Tracanna e richiamando come di norma un pubblico numeroso e appassionato. Da sottolineare ancora una volta la valorizzazione di spazi e strutture prestigiosi. Per il 2019 rimarrà indisponibile il Teatro Donizetti, ora oggetto di un accurato restauro. La direzione artistica sarà affidata per il quarto anno consecutivo a Dave Douglas, che ha dimostrato di operare con competenza ed estrema attenzione sia alle nuove tendenze del jazz americano che alla scena europea.

Enzo Boddi

Fotografie di Luciano Rossetti

Pulsar Ensemble per "Scintille di Jazz" - Chiostro di S. Marta - Bergamo Jazz 2018
Pulsar Ensemble per “Scintille di Jazz” – Chiostro di S. Marta – Bergamo Jazz 2018
Roger Rota "Octo" per "Scintille di Jazz" - IndispArte - Bergamo Jazz 2018
Roger Rota “Octo” per “Scintille di Jazz” – IndispArte – Bergamo Jazz 2018
Bergamo Jazz 2018
Dave Douglas, confermato come Direttore Artistico per la prossima edizione di Bergamo Jazz