Al Concorso Bettinardi si sfidano le giovani speranze del nostro jazz – Milestone, Piacenza – 19/01/2019

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In sedici anni di attività il “Bettinardi” ha visto sfilare molte giovani speranze del jazz italiano, ed alcune di esse hanno effettivamente brillato nel firmamento musicale, come Enrico Zanisi e Mattia Cigalini. Strettamente abbinato al Piacenza Jazz Festival il Concorso è dedicato alla memoria di Chicco Bettinardi, uno tra i fondatori del Piacenza Jazz Club purtroppo prematuramente scomparso in un incidente automobilistico. Esso si tiene nei mesi precedenti al festival e oltre ad un premio in denaro dà ai vincitori la opportunità di un ingaggio nell’edizione del jazz festival dell’anno successivo.

Tre le categorie: solisti, gruppi e cantanti. Dopo una fase di selezione sulla base delle registrazioni fatte pervenire alla giuria interna del Club vengono selezionati i cinque finalisti per ogni categoria che si esibiscono davanti a pubblico e giuria di esperti in tre serate nella cornice del club Milestone. La giuria stila la classifica ma dichiara solo i primi due classificati ed il nome del vincitore viene rivelato solo al momento della premiazione, che avviene sempre in occasione del Galà di conclusione del Festival in aprile. Viceversa viene assegnato la stessa sera della finale il premio del pubblico.

Sabato 19 febbraio si è svolta la prima serata per la sezione solisti, cui sono pervenuti ben quattro sassofonisti ed un vibrafonista. I solisti erano accompagnati da una sezione ritmica di eccezione composta da Roberto Cipelli al piano, Attilio Zanchi al contrabbasso, Massimo Manzi alla batteria. Il livello è stato anche in questa occasione molto alto, con i seguenti finalisti a sfidarsi in ordine di apparizione:

VITTORIO CUCULO (sax alto) di Roma ha proposto con notevole tecnica e spiritata energia gli standard “Oleo” di Sonny Rollins, “’Round Midnight” di Thelonius Monk e “You’d be so nice to come to”, un brano scritto da Cole Porter che ha avuto innumerevoli interpretazioni, tra cui quella indimenticabile di Diane Keaton nel film Radio Days di Woody Allen.

ANDREA IURIANELLO (sax baritono) di 27 anni da Augusta, in provincia di Siracusa, ha presentato “I’ll remember April” di G. De Paul, “What’s new” di Bob Haggart e uno dei classici di Richard Rodgers, l’aggraziata, dolce e romantica “Have you met Miss Jones”.

RICCARDO SALA (sax tenore) ventiduenne di Biella si è esibito in un brano inciso da Pat Metheny all’inizio degli anni Ottanta dal titolo “Song for Bilbao”, scritta dal chitarrista per il pubblico della città spagnola, per passare agli anni Sessanta con “Central Park West” di John Coltrane e un brano della fine degli anni Venti, “Softly as in a morning sunrise” di Romberg-Hammerstein.

JORDAN CORDA, 24enne sardo ma allievo del Conservatorio di Milano, si è esibito al vibrafono con una tecnica scintillante che gli è valsa il premio del pubblico nei due standard “Herzog”, di un grande vibrafonista come Bobby Hutcherson, e nel delicato “Everything I love” di Cole Porter, oltre ad un brano originale da lui composto dal titolo “Morning Air”.

GIULIO OTTANELLI, 23enne proveniente da Firenze, si è esibito suonando il sax alto con grazia ed energia misurata “Willow Weep For Me”, “The star-crossed lovers” di Billy Strayhorn e quel gioiello che richiede tecnica e solida preparazione che è “Lennie’s Pennies” di Lennie Tristano.

Alla fine della serata il presidente del Jazz Club Gianni Azzali ha proclamato vincitore del premio del pubblico Jordan Corda e svelato i due primi classificati della giuria di esperti (composta per l’occasione da i musicisti della sezione ritmica, dal maestro Parmigiani, Fabio Bianchi, Jody Borea e Giancarlo Spezia): ancora il vibrafonista Corda e il sax Alto Ottanelli che dovranno attendere sino al galà del 7 aprile per sapere se saranno vincitori o secondi classificati.

Vale la pena sottolineare il grande valore di questa iniziativa che è totalmente tesa a valorizzare giovani musicisti e fare loro compiere una esperienza importante, esibendosi su un palco che è stato calcato da mostri sacri del jazz e davanti ad un pubblico attento ed interessato come quello piacentino, che ha anche questa volta gremito il locale. Questa atmosfera di competizione accesa è anch’essa motivo di crescita artistica ed intellettuale per i giovani concorrenti ed il concorso rimane un fiore all’occhiello del Jazz Festival, accrescendo ulteriormente il valore sociale della manifestazione piacentina.

Giancarlo Spezia

Foto Angelo Bardini