Nuova pelle per De Aloe

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Max De Aloe «City Of Dreams» Abeat, distr. IRD

Max De Aloe «City Of Dreams» Abeat,  distr. IRD

Due lavori di fatto speculari, essendo affidati a trii di identico organico, per Max De Aloe.

Il primo – con Lorenzo Cominoli (chit.) e Attilio Zanchi (cb,) più Tino Tracanna (sop.) ospite in un brano – è dedicato al compianto Garrison Fewell, di cui compaiono sette composizioni accanto a Beatrice di Sam Rivers, Johnny Come Lately (dal portato melodico sempre impagabile) di Billy Strayhorn e A Reason To Believe di Zanchi. Ogni cosa è al suo posto, in un tutto equilibrato e di estremo buon gusto. Manca, se vogliamo, l’anima sperimentale del dedicatario, ma forse non era neppure questo il contesto.

Max De Aloe «Valo»

Max De Aloe «Valo» Abeat,  distr. IRD

Colpisce invece l’ingresso nello strumentario di De Aloe della fisarmonica, che insuffla spessore e nuovi profumi nella sua proposta, cosa che fa sentire i propri benefici effetti ancor più in «Valo», di qualche mese posteriore e inciso con Niklas Winter (chit.) e Jesper Bodilsen (cb.), dove la messa a punto della nuova pelle del musicista varesino (qui di fatto polistrumentista a pieno titolo) appare ancor più fortemente identitaria, personalizzata, metabolizzata. Due album certamente degni di attenzione.

Bazzurro

[da Musica Jazz di settembre 2017]