Simone Graziano Snailspace – Bologna, 9 febbraio 2018

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Simone Graziano, Francesco Ponticelli e Enrico Morello - foto di repertorio Caterina Di Per
Simone Graziano, Francesco Ponticelli e Enrico Morello - foto di repertorio Caterina Di Perri

Cantina Bentivoglio, Bologna – 9 febbraio 2018

«La prima volta che suonai a Bologna, fu alla Cantina Bentivoglio gestita da Giovanni Serrazanetti» afferma Simone Graziano. E allo storico jazz club bolognese il pianista è approdato di nuovo con il suo attuale progetto Snailspace. Rispetto al cd edito dalla Auand nell’ottobre scorso, il trio ha visto la sostituzione di Tommy Crane alla batteria con l’altrettanto sensibile e funzionale Enrico Morello.

Dalle toniche progressioni e dalle corpose polifonie del quintetto Frontal alle atmosfere di Snailspace il passaggio non è automatico, anzi le differenze sono abbastanza rilevanti e probabilmente non dipendono solo dalle diverse esigenze di formazioni così dissimili, ma anche da un rinnovato approccio estetico maturato dal leader nel tempo.

Si potrebbe parlare di una filtrata influenza del minimalismo inteso in senso lato. Perlomeno in alcuni brani, per esempio in Tbilisi e Accident, nel senso che vi si svolgono un andamento narrativo incantato e circolare, ma senza automatismi e geometrie rigide, un ripiegamento in una delicata dimensione intima, mai algida o alienata, sempre sostenuta da un’evidente sensibilità melodica. Una dimensione strettamente condivisa con i partner, come è emerso nell’apparizione bolognese: un sempre misurato Morello, che ha inserito con intelligenza anche variazioni e sussulti nei momenti opportuni, e un Ponticelli sempre in sintonia sia con il pizzicato del contrabbasso sia nel manovrare le pacate e morbide linee di sottofondo su una piccola tastiera synth polifonica degli anni Ottanta.  

È prevalsa quindi una musica che ama sostare su una meditazione distesa e avvolgente, ora più serena e carezzevole ora più insistita e problematica. Ma negli original del pianista non sono mancate accensioni e dirottamenti, ripensamenti e recupero di modalità della tradizione jazzistica. Il procedere rapsodico e swingante di Nocturnal Fly, proposto come bis, o della seconda parte di July 2015 ha ricordato il Jarrett degli anni Settanta, mentre in Emicrania il messaggio è diventato perentorio su scansioni ritmiche marcate e decise. L’autore e leader ha quindi dimostrato una visione di più largo respiro e del tutto rappresentativa di una delle tendenze creative del momento.

Libero Farnè

Simone Graziano - foto di repertorio Caterina Di Perri
Simone Graziano – foto di repertorio Caterina Di Perri