Mike Nock «Open Door»

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AUTORE

Mike Nock

TITOLO DEL DISCO

«Open Door»

ETICHETTA

Ode, 1987


Pubblicato soltanto in Nuova Zelanda (dove era stato subito eletto «Jazz Album of the Year») e rimasto pressoché sconosciuto fuori dall’emisfero australe, questo disco in duo con il batterista locale Frank Gibson è in realtà più significativo per la storia di Nock che non bello, riuscito, equilibrato. Con un repertorio costituito per metà da pezzi realizzati senza pagina scritta, segna gli inizi, per lungo tempo senza seguito, della singolare ricerca di Nock nel territorio dell’improvvisazione totale.

I quattro pezzi composti appaiono ciascuno radicato in una tipologia nota: Harriett Street e Phaedra’s Lullaby si avvicinano al versante funky-gospel di Jarrett, Mossaflo è una ballad di tipico idioma jazzistico e la bella versione di Danny Boy (traditional visitato un tempo anche da Bill Evans) non molto «alternativa», a parte l’ampio uso del rubato. L’avventura nel tutto improvvisato, a sua volta, si scaletta dall’assoluta astrattezza della title track, scelta del tutto sterile per Nock, alla ripetitività generativa di riff di Great Wall – Many Ancestors e a un instant composing molto simile al semi-composto di Yin Yang e soprattutto Choices.

Le esecuzioni di tutti e tre questi pezzi pure possono ricordarci a tratti Jarrett: facilmente possono apparirci più poetiche. Ma in questa direzione la personalità di Nock fiorirà qualche anno dopo.

Paolo Vitolo

[da Musica Jazz, febbraio 2019]