AUTORE
Martial Solal
TITOLO DEL DISCO
«Solo Piano, Vol. 1: Unreleased 1966 Los Angeles Sessions»
ETICHETTA
Fresh Sound
Dell’esistenza di queste sedute aveva già fatto cenno lo stesso Martial Solal, una decina di anni fa, nelle pagine della sua autobiografia (Ma vie sur le tabouret, Actes Sud 2008) lamentando, seppur col garbo che lo ha sempre contraddistinto, che il materiale – sufficiente per tre lp – fosse rimasto inedito a causa di un rovescio finanziario del produttore. Che altri non era se non il ben noto Ross Russell, già fondatore della Dial vent’anni addietro, futuro biografo di Charlie Parker e, in quel periodo, desideroso di rifarsi un nome sul mercato discografico. Volendo quindi lanciare una nuova etichetta, Russell produsse dapprima una registrazione in trio del pianista Joe Albany e poi fece venire dalla Francia Solal all’unico scopo di incidere tre album.
Martial Solal – che in patria non se la passava benissimo, a differenza di pochi anni prima – colse la palla al balzo, prese il primo volo per Los Angeles e, in tre giorni, registrò un paio d’ore di materiale su un repertorio quasi sicuramente proposto da Russell: dieci classici del bop e tre famosi standard assai frequentati da Parker e compagnia (il secondo volume uscirà nel corso dell’anno). Chi conosce bene la carriera e la musica di Solal potrebbe anche interrompere qui la lettura e andare a comprare il cd; a beneficio di tutti gli altri diremo invece che se questo disco fosse uscito all’epoca, invece di restare chiuso per oltre cinquant’anni nei cassetti, la vicenda artistica del pianista avrebbe probabilmente preso una piega assai diversa, soprattutto negli Stati Uniti (anche se nel 1963, dopo la sua prima trionfale tournée americana, era stato proprio Solal a non avere il coraggio di stabilirsi definitivamente negli USA).
La storia non si fa con le ipotesi, ovvio, ed è pur vero che la scena jazzistica statunitense del 1966 era in una fase di profondo rinnovamento, però ieri come oggi, ascoltando questa e altre incisioni di Solal, resta impossibile non chiedersi quali e quanti pianisti, nell’intera storia del jazz, abbiano avuto una tale capacità di scomposizione e ricomposizione del materiale di partenza. Anche in questo caso, come un gigantesco aspirapolvere, Martial Solal trangugia temi ormai consunti per il troppo uso e li risputa trasfigurati (l’impressionante rilettura di Scrapple From The Apple ne è un esempio).
Soltanto un genio assoluto o un completo irresponsabile può decidere di affrontare Un poco loco di Bud Powell e uscirne fuori con un piccolo capolavoro. Indovinate a quale delle due categorie appartiene Solal.
Conti
DISTRIBUTORE
IRD
FORMAZIONE
Martial Solal (p.)
DATA REGISTRAZIONE
Glendale, giugno 1966.