Gerald Cleaver & Violet Hour «Live At Firehouse 12»

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Live At Firehouse 12 - Gerald Cleaver & Violet Hour

AUTORE

Gerald Cleaver & Violet Hour

TITOLO DEL DISCO

«Live At Firehouse 12»

ETICHETTA

Sunnyside


Gruppo ad altissimo tenore energetico questo sestetto, schierato, a voler usare una metafora di tipo calcistico, su due linee imperforabili, piazzate come reparti rocciosi e arrembanti, che non si perdono di vista né di contatto, sostenendosi reciprocamente in un assalto continuo e gioioso. Del resto, gli uomini in squadra sono dei fuoriclasse, e l’amalgama è dei migliori. Il gruppo era stato originariamente assemblato per registrare «Detroit» (Fresh Sound New Talent, 2008), e nel lungo tratto di tempo trascorso il batterista ha avuto modo di consolidare la propria reputazione di musicista evoluto e adattabile, cimentandosi in contesti variegati e ardimentosi. La band ha ora un nome, che vuole precisamente alludere a quella condizione di transizione quando il sole sta per sorgere e il cielo si muta di colore, volgendo al viola, tra la notte e il giorno, stato che descrive perfettamente la parabola artistica di Cleaver, costantemente in equilibrio tra tradizione e libertà. L’album è la registrazione di uno dei rari concerti del gruppo, circostanza che è in grado di spiegare anche l’ampia coincidenza dei brani suonati con quelli presenti sul disco precedente. Come si diceva, il sostegno costante offerto dalla ritmica (con un Lightcap semplicemente sontuoso) funge da trampolino per le continue sortite dei tre fiati, tra i quali la vera sorpresa è Bishop, non fosse altro per la ricchezza di timbri di cui sa farsi artefice, risultando sempre al posto giusto nel momento giusto. La musica è così sempre proiettata in avanti, densa e brillante, ricca di inventiva, memore di fasti degli anni Sessanta e Settanta che appaiono totalmente interiorizzati dai sei, mentre non è affatto una boutade il rimando esplicito che Cleaver ha voluto fare a Wayne Shorter ed Andrew Hill per descrivere il proprio approccio compositivo (e anche le capacità di arrangiamento non difettano). Tra i brani si segnalano soprattutto Detroit, celebrativo e tuttavia solare, The Silly One, colmo di raffinata complessità, e Carla’s Day, che è una dedica in forma di valzer del batterista a sua moglie. Disco stellare.

Cerini

[da Musica Jazz di dicembre 2019]


DISTRIBUTORE

IRD

FORMAZIONE

Jeremy Pelt (tr.), J.D. Allen (ten.), Andrew Bishop (cl. basso, sop., ten.), Ben Waltzer (p.), Chris Lightcap (cb.), Gerald Cleaver (batt.).

DATA REGISTRAZIONE

New Haven, data scon.

Recensione
Voto globale