Jamie Saft «Solo a Genova»

737
Jamie Saft Solo a Genova

AUTORE

Jamie Saft

TITOLO DEL DISCO

«Solo a Genova»

ETICHETTA

RareNoise

 


 

Pare che Jamie Saft avesse pensato per la prima volta a un recital solistico nel 2007, su invito di Giuseppe Vigna. Il risultato arriva adesso, dieci anni dopo, in un disco che il pianista ha realizzato dal vivo, a bordo di un magnifico Steinway, e che costituisce il suo esordio nella solo performance (a fronte di una discografia amplissima). Con un paio di eccezioni, Saft lavora su cover più o meno famose, tutte americane e tutte a sottolineare che gli Stati Uniti non hanno soltanto il volto inquietante di oggi ma una indiscutibile nobiltà culturale, anche e soprattutto nella musica. Il mondo del jazz fornisce alla sua immaginazione Naima di Coltrane e Blue In Green di Bill Evans e Miles Davis.

Il resto proviene da autori della classica (Ives), del folk-rock (Dylan, Joni Mitchell), del soul e R&B (Curtis Mayfield, Stevie Wonder, Jam & Lewis), del rock classico (gli ZZ Top, con i quali Saft condivide la barba spettacolare…). Ma se Saft si è approvvigionato di qua e di là, la sua idea di concerto solitario è così forte da rendere il materiale compatto. C’è, anzitutto, un profondo lavoro preparatorio grazie al quale i pezzi, come in Ran Blake, passano attraverso filtri, prismi, specchi che deformano la melodia originaria. C’è, poi, la sapienza nello sfruttare le grandi capacità sonore del pianoforte che Jamie ebbe fra le mani a Genova. E c’è, infine, il ricorso quasi costante al rubato che, nel pianismo magniloquente o ammiccante di Saft, facilita la coabitazione fra un certo gospel e un certo entertainment. Invenzione con la “i” maiuscola è ciò che soprintende a questo disco. Tanto per dirne una, Saft riesce persino a farci scorgere in Bob Dylan le facce di Monk e di Earl Hines.

Piacentino

[da Musica Jazz, giugno 2018]

 


 

DISTRIBUTORE

Goodfellas

FORMAZIONE

Jamie Saft (p.).

DATA REGISTRAZIONE

Genova, 3-3-17.

Recensione
Voto globale