AUTORE
AA.VV.
TITOLO DEL DISCO
Erlend Apneseth Trio con Frode Hatli «Salika, Molika»; Moskus «Mirakler»; Skadedyr «Musikk»; Ståle Storløkken «The Haze of Sleeplessness»; Trond Kallevåg Hansen « Bedehus & Hawaii».
ETICHETTA
Hubro
Novità dalla Hubro, la casa discografica norvegese segue con attenzione l’evoluzione della musica improvvisata scandinava, che si avvale dell’esclusiva collaborazione per la grafica del collettivo Yokoland. La carrellata ha inizio con il campione indiscusso della nuova frontiera dell’hardingfele, lo strumento a corda simile al violino, con Erlend Apneseth trova una dimensione materica rarefatta, eccellente sintesi tra la tradizione folclorica norvegese (richiamata dai canti campionati del brano eponimo, così anche in Takle), riquadri ambient, gocce di musica contemporanea cageana (Cirkus) e universi country-lunari (Solreven).
Di remake, rivisitazioni del piano trio ce ne sono a iosa, ma non sempre interessanti. Moskus segue la corrente ideologica norvegese, con sonorità acquerellate di tradizione e alchimie ordite da tastiere polifoniche. Anja Lauvdal (tastiere), Fredrik Luhr Deitrichson (contrabbasso) e Hans Hulbækmo tengono a cuore gli elementi cardine della saporosa corrente norvegese: folclore, improvvisazione, dinoccolati percorsi contemporanei, come Irsk Setter, mutuata dal linguaggio stevereichiano, la fiabesca Eventyrdagene o le acidificazioni groovy di Jailhouse Art Music.
Ritroviamo la Lauvdal tra i maître à penser dei Skadedyr, che prendono a sberle il free e l’improvvisazione istantanea del passato, fondendola con il senso sinfonico di Sun Ra e passandola al setaccio della lezione dodecafonica. L’utilizzo di marchingegni elettronici, altri dispositivi atti a creare rumore, si allegano a un ritmo costantemente esplosivo e istrionesco.
E’ da 2001 Odissea della spazio la musica ordita da Ståle Storløkken, anche pilastro dei Supersilent. Accuratezza del suono, spazi siderali riempiti da bolle agogiche che fluttuano in praterie disegnate dai sintetizzatori. L’attenzione del compositore norvegese è incentrata nel trovare suoni che si incontrano, asperità che si accavallano, dimensioni che si allineano, ma il risultato appare piuttosto monocorde.
La polisemia della chitarra di Trond Kallevåg Hansen ci regala un album che coniuga un linguaggio cinematografico con fraseggi hawaiano-polinesiani (quanto il titolo ammonisce), intinti nella sapida salsa siderale norvegese (Flukt), con divagazioni western (Dieselkjelleren).
Alceste Ayroldi
DISTRIBUTORE
FORMAZIONE
AA.VV.
DATA REGISTRAZIONE