Gabriele Coen Sextet «Sephirot. Kabbalah In Music»

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AUTORE

Gabriele Coen Sextet

TITOLO DEL DISCO

«Sephirot. Kabbalah In Music»

ETICHETTA

Parco della Musica

 


 

Difficile, anzi impossibile, parlare in poche righe delle sephirot e dell’Albero della Vita. Tanto per dire, un personaggio come RaMHaL (il rabbino e cabalista padovano Mosè Chaim Luzzatto, 1707-1746) ci ha scritto sopra due libri. Qui ci basta sapere che le sephirot sono dieci, come le dita delle mani, e che Gabriele Coen ha dedicato loro uno splendido album. Ipnotico. Caldo e avvolgente. Come quando, appena svegliati, ci si mette addosso uno scialle di lana. E a questo fascino non si può resistere. Fin dall’inizio, quando si parte con Keter, la prima sephirà. E si capisce subito che Coen ci ha già presi al laccio e che, acquistando il disco, ci si è portati a casa anche il biglietto per un viaggio che ci porterà lontano.

Su un mare vivo e mosso dalle onde del jazz, delle Yiddish melodies e del rock. Sulle acque della Kabbalah e dell’elettricità. Quella di Miles Davis. Di «In a Silent Way» e «Bitches Brew». Dischi che, per navigare e non perdersi in questo mare, Gabriele Coen e la sua formidabile ciurma hanno preso come stella polare. Senza dimenticare John Zorn e i suoi Electric Masada. Non è la prima volta che la musica e la cultura ebraica si sposano col jazz, ma questo è forse uno dei loro matrimoni più riusciti e belli, che fa di «Sephirot» uno di quei dischi di cui, da oggi, difficilmente si potrà fare a meno.

Tutto suona alla perfezione. Non c’è nulla fuori posto. Gabriele Coen ha firmato un capolavoro. Il suono del suo sax è come quello dello shofàr, che chiama a sé i dispersi e i respinti di tutta la Terra. Per farli stare bene. Rispondete pure tranquilli a questo richiamo, e non ve ne pentirete.

Borsa


 

DISTRIBUTORE

Egea

FORMAZIONE

Gabriele Coen (sopr., ten., cl. b., fl.), Lutte Berg (chit. el.), Pietro Lussu (p. el., org.), Marco Loddo (b. el.), Luca Caponi (batt.), Arnaldo Vacca (perc.).

DATA REGISTRAZIONE

 Roma, 2017

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