Barry Altschul Trio
Rassegna Nòva – Spazie Nòva – Novara
2 aprile 2022
In una piccola ma suggestiva sala ricavata in una ex caserma, dove il concerto si è svolto in modalità pressoché acustica, questo trio ha fornito una performance di stupefacente intensità. Il batterista mancava dal nostro paese da oltre dieci anni e si è presentato affiancato da compagni di lungo corso come il bassista Joe Fonda ed il sassofonista di origini filippine ma cresciuto a New York, Jon Irabagon, con i quali suona da molti anni sotto il nome di 3Dom Factor.
Il concerto si è aperto in maniera subito prorompente con un torrenziale solo di sax, incalzato e sospinto dalla batteria e dal contrabbasso. Secchi e sistematici, millimetrici nello scandire le note i musicisti dimostrano subito una lucidità pressoché matematica, pur evidentemente compiaciuti del loro sfrenato interplay. I primi due brani si sono dipanati con questo schema di irruenza controllata che, se anche poteva ricordare memorabili pagine della improvvisazione degli anni ‘60 e ’70, investiva e coinvolgeva il pubblico con invidiabile freschezza.
Il terzo brano è stato una vetrina per le doti del sassofonista, a lungo in totale solitudine a cercare un mood di atmosfere lunari ma di consistente densità, progressivamente decrescenti verso il nulla, ma l‘ingresso di basso e batteria spezzano la tensione in un liberatorio ed danzante canto d’assieme. L’interplay si fa catartico e si immerge in un free jazz dove lirismo, intensità e coesione convivono in un dialogo fitto ma sempre intellegibile.
Il drumming di Altschul ancora una volta sa essere veloce, complesso e preciso, sempre al centro della cena in costante riferimento per i due compagni. Non c’è da stupirsi che Jimi Hendrix l’avesse chiamato alla sua corte per una collaborazione, mai concretizzata per la morte del chitarrista. Joe Fonda non è da meno con un pizzicato potente accompagnato dalla percussione dello strumento e ad un uso dell’archetto che porta a sonorità gotiche e chiaroscurali. Il suo libero divagare lo porta infine ad enunciare una struggente “Sophisticated Lady”, raggiunto all’unisono da batteria e sax, il brano viene via via destrutturato mantenendone la riconoscibilità e l’originale magia.
Un’ora scarsa di musica per fabbricare una ondata di emozioni rare. Pubblico estasiato.
Giancarlo Spezia
Foto di Juergen Zimmermann