AUTORE
Renee Rosnes
TITOLO DEL DISCO
«Beloved Of The Sky»
ETICHETTA
Smoke Sessions
È difficile trovare oggi un disco che mostri una tale forza di convinzione come questo «Beloved Of The Sky». Non c’è un momento di stanchezza, di debolezza creativa, di ripetitività. Il quintetto, nel quale tutti danno il meglio di sé, asseconda le idee forti messe su pentagramma dalla pianista canadese, che sa alla perfezione come gestire spunti quasi folklorici (Mirror Image, da lei scritta per Bobby Hutcherson) come pure pagine hard bop che strangolerebbero qualsiasi solista meno dotato con staccati impossibili (Elephant Dust). Come solista Renee Rosnes porta avanti la strada aperta da McCoy Tyner, cioè quella di un pianismo generoso e di spiccata intensità, aggiungendovi un personale gusto per le complicazioni (come nel conclusivo Let The Wild Rumpus Start, bop ad alta temperatura di servizio). Gusto che condivide con Chris Potter, qui a una delle sue prove maiuscole: il sassofonista non si ferma che per qualche attimo su un’idea, passando subito a quella successiva. I suoi assoli sono in continua mutazione; un simile modo di procedere lo abbiamo trovato finora (il paragone non sembri azzardato) in Art Tatum e in pochissimi altri. Per buona parte la potenza di questa musica risiede proprio nell’intesa fra Potter e Rosnes: uno spettacolo nello spettacolo che illumina la cupa The Winter Of My Discontent di Alec Wilder. Gli altri del gruppo li conosciamo bene, da parecchi anni, e sono in splendida forma, contribuendo a fare di «Beloved Of The Sky» uno dei più bei dischi dell’anno.
Piacentino
[da Musica Jazz, ottobre 2018]
DISTRIBUTORE
IRD
FORMAZIONE
Chris Potter (alto, sopr., fl.), Steve Nelson (vibr.), Renee Rosnes (p.), Peter Washington (cb.), Lenny White (batt.).
DATA REGISTRAZIONE
New York, 16 e 17-10-2017.