AUTORE
Zen Widow
TITOLO DEL DISCO
«IV (From One Dark Age To Another»
ETICHETTA
Objet-a/Intervention Records
È un’operazione discografica a quattro mani la nuova uscita del trio internazionale Zen Widow, ormai attivo da un ventennio ma assai parco nelle uscite. L’album è disponibile come sempre in formato liquido sul sito della Objet-a di Gebbia, ma ne è stata realizzata anche un’edizione in vinile di altissima qualità audio dalla statunitense Intervention. Il livello hi-end non deve sorprendere poiché uno dei partner di Gebbia, ovvero Powell, lavora da anni nell’alta fedeltà per un nome di primo piano del settore: AudioQuest. L’album vanta inoltre un produttore di pre[1]stigio, Joe Harley, attuale responsabile della Tone Poet Series della Blue Note. Si aggiunga la riproduzione in copertina della Vanitas Still Life di Cornelis Norbertus Gijsbrechts (1657) e le premesse per trovarsi di fronte a un lavoro prezioso ci sono tutte. Il disco, infatti, non tradisce le attese. Straborda di preziosismi, farcito com’è di riprese, spunti, ispirazioni, riadattamenti e alla fin fine re-immaginazione di musiche medioevali e barocche dal fasci[1]no tuttora intatto. Il trio affronta e rimodella a piacer suo un pugno di composizioni selezionate da antichi codici musicali, dalla tradizione popolare gallese, dalla musica barocca (Carlo Gesualdo e J.S. Bach), estraendone materiale tematico per edificare nuove costruzioni che lasciano intravedere come filigrana lo spunto originale, dando vita a una musica che si sposta nel tempo, nota dopo nota, dal passato a presente e viceversa, ottenendo un effetto straniante quanto affascinante. L’invenzione che fiorisce su cellule sonore ancora vitali a distanza di quasi un millennio si ammira alla perfezione, per esempio, nel dittico estratto dai Carmina Burana di cui si conservano i titoli originali, Sic Mea Fata e Flete, Fidelis, Anime. Quest’ultimo in particola[1]re, pur tenendo leggibile il canto originale, si avventura in una fosca dimensione avvolto com’è dal suono dei gong, manipolato al computer, minaccioso e oscuro, la migliore traduzione in musica del titolo dell’album. Diversamente, in Sic Mea Fata, lo swing infuso sin dalle prime battute eleva a potenza il ritmo insito nella struttura originale, almeno nella parte conclusiva, come in alcune letture tra cui quella ormai storica (1975) di René Clemencic. Tutto il disco, come si è detto, gioca a far smarrire e ritrovare le tracce originali, così è per il madrigale di Gesualdo Moro, lasso, al mio duolo, qui reintitolato Gesualdo, che si veste da ballad ricca d’atmosfera, o l’incanto irresistibile di Can Y Washel, basata su una melodia tradizionale gallese, che serpeggia sulle note di un soprano pastoso che via via si sfibra. Splendido è poi Bachernaught, omaggio alle suite per violoncello del Kantor, dalle quali Gebbia letteralmente estrae un assolo vibrante. In pieno Medioevo si è proiettati sulle prime in The Subtle Arts, il cui materiale di partenza proviene dal Codex Chantilly, il dolente Helas pitié envers moy dort si fort attribuito a Trebor. Qui le percussioni ci portano per mano in qualche raffinata corte dove a intrattenerci è una tenera melodia. Per non dire di Evagrius, scritto da Gebbia, che suona il soprano adoperando la tecnica esecutiva propria del cornetto, che sembra affiorare da remote giostre e tornei d’altri tempi. Assai curioso, infine, il conclusivo, Gower Wassal, basato anch’esso su un tradizionale gallese e caratterizzato dall’incrocio a tratti serrato e timbricamente suggestivo tra il soprano e la voce baritonale di Dwight Trible. Insomma, benvenuti nel medioevo prossimo venturo, per dirla come uno storico saggio di Roberto Vacca che indicava nuovi tempi bui. Dove almeno, però, ci sarà dell’ottima musica.
Fucile
recensione pubblicata sul numero di febbraio 2024 della rivista Musica Jazz
DISTRIBUTORE
objet-a.bandcamp.com e interventionrecords.com
FORMAZIONE
Gianni Gebbia (sop., cornettophone), Matthew Goodheart (p., computer actuated gongs), Garth Powell (batt., perc. gong), Dwight Trible (voc.).
DATA REGISTRAZIONE
Hollywood, maggio 2022