Nels Cline «Currents, Constellations»

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Nels Cline «Currents, Constellations»

AUTORE

Nels Cline

TITOLO DEL DISCO

«Currents, Constellations»

ETICHETTA

Blue Note

 


 

Il secondo album di Cline in casa Blue Note si muove in direzione affatto diversa rispetto al precedente «Lovers» (2016): se quello, infatti, era un lavoro dichiaratamente a tema, molto condizionato dall’oggetto prescelto per trarne l’ispirazione di partenza (amore e musica) e dall’organico orchestrale/cameristico impegnatovi, e in definitiva caratterizzato da una tavolozza morbida e suadente, questo riporta il discorso a un nuovo «livello zero» – uno dei tanti per il chitarrista – , misurandosi in modo veemente e febbrile con l’argomento soltanto in apparenza semplice di un (più) solido nucleo jazzistico. Il quartetto all’opera si fonda sulla storica base offerta dal duo di Cline con Lage (nulla vi è da dire sulla simpatetica relazione musicale/strumentale che intercorre tra i due: è sufficiente – e sempre sorprendente, invero – ascoltarli), ma i due elementi aggiunti esaltano, con la loro pulsazione sempre elastica e nervosa, gli intrecci e i costanti rimbalzi tra le due chitarre.

Se l’eclettismo di Cline trova in questo nuovo piccolo capolavoro un’ulteriore e diversa via per esprimersi, esiste tuttavia un costante elemento di chiara personalità che pare riunire ogni sua intrapresa: l’inquieta fuga dall’usuale, fortemente praticata attraverso un atteggiamento di inesausta ricerca dell’inatteso. Come si accennava, la musica del disco è in larga parte tesa e vibrante per naturale attitudine, di forte impatto, con le due chitarre impegnate in un confronto continuo, senza quartiere: Furtive ne offre, subito in apertura, un saggio molto significativo e nella stessa direzione si muove Imperfect 10, che in più riporta all’indietro di molto, agli anni del jazz-rock più sanguigno. La spiritata complessità di Swing Ghost ’59 è ricca di grovigli e anticipa l’astrazione di Temporarily (di Carla Bley). La lunga chiusa di River Mouth, in due parti (già preceduta dalla bella oasi di pace di For Each, A Flower), riporta in pari le parti del disco più concitate, distendendosi in una parentesi assorta che richiama gli scenari e l’epica di un viaggio, non privo di una certa inquietudine. In definitiva, l’ennesima prova di grande livello di un musicista tanto versatile quanto maturo.

Cerini

[da Musica Jazz, agosto 2018]

 


 

DISTRIBUTORE

Universal

FORMAZIONE

Nels Cline (chit.), Julian Lage (chit.), Scott Colley (cb.), Tom Rainey (batt.).

DATA REGISTRAZIONE

Brooklyn, maggio e ottobre 2017.

Recensione
Voto globale