AUTORE
Mark Turner
TITOLO DEL DISCO
«Lathe Of Heaven»
ETICHETTA
ECM
Da tredici anni si aspettava un altro album a nome di Turner, dopo «Dharma Days» (Warner Bros, 2001). Nel giugno 2013, dopo aver prestato il suo tenore a un sacco di gente, il sassofonista è tornato finalmente in studio a New York, con Avishai Cohen, Joe Martin e Marcus Gilmore, il nipote di Roy Haynes. Il suono di Turner s’è fatto più notturno, tanto che a volte, ascoltando quest’album, vien quasi in mente la colonna sonora di qualche vecchio noir. Il tenore del padrone di casa e la tromba di Cohen si sposano a meraviglia, producendo un suono che prende fin dal primo ascolto pur non strizzando mai l’occhio all’ascoltatore. A chi si domandasse di cosa si parli quando si parla ancora di jazz, qui Turner dà la risposta giusta. «Lathe Of Heaven» è un disco da ascoltare e riascoltare, da acquistarne più copie per regalarle agli amici più fidati: quelli con le orecchie giuste per ascoltare e un cuore che batte.
Borsa
Fedele a un approccio creativo rarefatto e selettivo, Turner continua a gradire la (rischiosa) libertà donata dall’assenza di strumenti armonici. La sfida del sassofonista è anzitutto compositiva: i sei lunghi brani (di cui quattro inediti), tutti di struttura piuttosto complessa, portano la sua firma. Degno di menzione è l’equilibrio del gruppo, con le linee dei fiati a procedere quasi sempre all’unisono – come se Turner avesse adattato la propria sonorità (sempre peculiare e preziosa) alla tromba di Cohen, che dispensa il proprio talento purissimo – ben sostenuti da una ritmica che sa svolgere anche un ruolo melodico, con la batteria di Gilmore ad ancorare le maggiori libertà assunte dal contrabbasso di Martin. È musica di grande raffinatezza, prevalentemente cerebrale ma con una capacità di fascinazione che attinge il profondo, in modo obliquo e talora enigmatico.
Cerini
DISTRIBUTORE
Ducale
FORMAZIONE
Avishai Cohen, Joe Martin, Marcus Gilmore, Mark Turner.
DATA REGISTRAZIONE
Boston, aprile 2012.