AUTORE
Mike Nock
TITOLO DEL DISCO
«Kindred»
ETICHETTA
FWM, 2012
Questa volta Nock suona in duo con un pluri-percussionista suo pupillo, Lorenz Pike, e la musica è totalmente improvvisata. Ma nonostante un sound sguarnito della mediazione del contrabbasso, l’assenza di melodie scritte sembra offrirci più di tutto i vantaggi emozionali di un libero svilupparsi, protrarsi, ristagnare di passaggi lirici o comunque evocativi di qualche stato d’animo. Libero e ancora logico, se la nostra percezione della musica non è tristemente viziata. È musica che potrebbe commentare nell’accezione più raffinata un film di contenuto psicologico.
A prescindere dal livello di (non) pianificazione di ciascun pezzo, dieci dei dodici presenti funzionano così: anche uno come Spring, le cui situazioni si attestano al confine tra il musicale e il sonoro. I due pezzi più agitati, Le Primitif e Mike Battles The Hydra, decisamente più espressionistici che impressionistici, sfuggono invece come sempre a questo magico effetto, attirando l’attenzione per qualità più distaccate come l’artificio tecnico e la libertà sintattica in sé.
Forse, a meno di questi due pezzi o forse neppure, il disco figurerebbe a meraviglia nel catalogo ECM. Ne sarebbe anzi un prodotto di spicco: in tutto compatibile e per nulla omologato. E pensare che (per iniziativa di Pike) è stato registrato in quello stesso studio di Oslo dove il sound pianistico ECM si è storicamente costruito.
Paolo Vitolo
[da Musica Jazz, febbraio 2019]