Pizzarelli ed Eliane Elias, tra bossa nova e Swing

268
John Pizzarelli «Sinatra & Jobim @ 50»

John Pizzarelli «Sinatra & Jobim @ 50» Concord Jazz, distr. Egea

Piano piano, con un fil di voce, come piace a noi: così è, se vi pare, la bossa nova. Soprattutto quando incrocia il canto appena sussurrato dei crooners e lo spirito più intimo dello Swing.

A questo proposito escono in contemporanea due album che, sia pure in modo diverso, sono strettamente correlati al discorso. Intanto, torna sul luogo del delitto John Pizzarelli. Già nel 2004 il figlio del veterano chitarrista Bucky aveva dedicato un omaggio al più aristocratico genere brasiliano – e, in particolare, al guru João Gilberto – con il suo «Bossa Nova». Oggi fa il bis e ne approfitta anche per festeggiare un anniversario importante: quello dei cinquant’anni di «Francis Albert Sinatra & Antônio Carlos Jobim», leggendario album Reprise che riuniva in sala di registrazione «The Voice» e il geniale pianista e compositore carioca. «Un regalo di compleanno a due maestri da parte dei loro umili servitori», dice, tenendo il profilo basso, il cantante e chitarrista del New Jersey, che per il suo progetto si fa aiutare dai brasiliani Duduka Da Fonseca (percussioni) e Helio Alves (pianoforte) e dagli amici americani Mike Karn (contrabbasso) e Harry Allen (sassofoni). Ma soprattutto da Daniel Jobim, nipote di Tom. «Con lui nella foresta pluviale brasiliana e noi immersi nel freddo dell’inverno di New York, abbiamo registrato questi duetti che onorano l’originale collaborazione di Sinatra e Jobim, insieme ad alcune nostre composizioni», continua Pizzarelli. Il quale, con il garbo che lo contraddistingue e il canto esile e delicato che è diventato il suo marchio di fabbrica, sa come essere accattivante ed evitare ingiusti paragoni con il disco-capolavoro uscito nel 1967. Fondamentale qui è il ruolo dell’erede di Jobim, il cui timbro vocale sabbioso evoca quello del nonno. E i loro passi a due – da Água de BeberDindi, da I Concentrate On You (in medley con Wave, a differenza dell’album originale) a Meditation (abbinata aQuiet Nights of Quiet Stars) – si ascoltano con gran godimento. Nessun manierismo, ma tanto pudore e schegge di emozione.

Eliane Elias - Dance of Time

Eliane Elias «Dance of Time» Concord Jazz, distr. Universal

Chi invece naviga, per formazione e cultura, in territorio anfibio è Eliane Elias. Cresciuta artisticamente negli Stati Uniti ma originaria di San Paolo, con il nuovo «Dance of Time» l’ex pianista degli Steps Ahead riprende il discorso cominciato un paio d’anni fa con «Made in Brasil» e celebra le nozze tra il suo Paese d’origine e il jazz. Cantante raffinata e strumentista ineccepibile, la moglie di Marc Johnson – che coproduce il cd con lei e l’ex contrabbassista di Pat Metheny, Steve Rodby – parte con un tributo a João Gilberto (O Pato) e prosegue con una passerella di classici: in Samba de Orly si esibisce insieme a Toquinho, in Coisa feita convoca João Bosco e anche la sua ripresa di Copacabana è meritevole di attenzione. Accanto al côté brasileiro, Elias fa sfoggio del suo versante jazzistico attraverso una serie di brani originali (By HandLittle Paradise) e di standard d’autore (Speak Low di Kurt Weill).

Una danza nel tempo, proprio come recita il titolo del disco, testimoniata anche dalla presenza qua e là di partner personali (l’ex marito, il trombettista Randy Brecker) e professionali (lo storico vibrafonista degli Steps, Mike Mainieri). Ne viene fuori una specie di autobiografia sonora, in equilibrio instabile tra vita e arte.

Franchi

[da Musica Jazz di agosto 2017]