Premio Lelio Luttazzi. Intervista a Rossana Luttazzi

Il prestigioso premio dedicato al grande Lelio Luttazzi, giunge alla quinta edizione. Ne parliamo con la presidente della fondazione promotrice dell’evento.

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Buongiorno Rossana. Il Premio Lelio Luttazzi giunge alla quinta edizione. Potremmo dire che è già tempo di un primo bilancio. Come sono andate le precedenti quattro edizioni?
Direi bene. Intanto siamo molto onorati perché la Fondazione per il Premio Lelio Luttazzi dalla seconda edizione in poi ha ricevuto la Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica, i Patrocini della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Mic, Comune di Roma, Comune di Trieste, Agis, Siae, Nuovo Imaie. La finale della seconda edizione, nel 2017, fu trasmessa su Raiuno in prima serata in diretta dal Blue Note di Milano. Per le edizioni 2019-2021 abbiamo ricevuto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo. Anche per questa edizione 2023 siamo sotto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo. Dunque una grande responsabilità e un impegno notevole. Sono usciti giovani jazzisti che stanno facendo una carriera notevole come Seby Burgio, Manuel Magrini, Danilo Tarso e dunque siamo molto contenti.

Una cosa che colpisce è che la prima edizione è stata nel 2011, ma la seconda arriva solo nel 2017. Cosa è successo in questo lungo intervallo di tempo?
La Fondazione è nata  nel 2010 e abbiamo voluto iniziare con il Premio Lelio Luttazzi per i giovani autori pianisti jazz perché Lelio amava i giovani, li aveva sempre per casa sempre pronto ad insegnargli un accordo in più.. Poi siamo stati travolti da eventi importanti: abbiamo portato alla Festa del Cinema di Roma il film L’illazione scritto, girato ed interpretato da Lelio, poi la grande mostra Lelioswing ai Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali dove è rimasta per tre mesi. In otto sale, su 270 metri quadri al terzo piano dei Mercati di Traiano. Una mostra bellissima. La musica e lo stile di Lelio Luttazzi: 50 anni di storia italiana a ritmo di swing. La vita, la musica  di Lelio in parallelo alla storia italiana. Meravigliosa. Curata da grandi nomi: Leonardo Scarpa, Piera Detassis, Cesare Bastelli, Enrico Vaime, Silvia Colombini. Poi l’abbiamo portata a Trieste per due mesi e poi a Rimini al Grande Hotel. Poi abbiamo pubblicato prodotti editoriali e discografici, realizzato Eventi… Abbiamo lavorato moltissimo.

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Come è nata e come si è sviluppata l’idea del premio?
Proprio per l’amore di Lelio verso i giovani musicisti. Abbiamo per tre  anni aggiunto una seconda categoria al Premio: Giovani Cantautori Jazz,  ma siamo tornati  ad istituirlo solo per Giovani Autori Pianisti Jazz. Perché,  salvo rare eccezioni che abbiamo premiato,  non c’è molto… per diventare dei cantautori jazz occorre una preparazione lunga, una gavetta lunga e noi puntiamo ai giovani.>

Marta Frigo

Parliamo dei precedenti vincitori del premio. Hai avuto modo di seguire il loro percorso artistico successivo?
Cerchiamo di non perderli di vista, non solo quelli che vincono ma anche quelli che arrivano in finale. Quando realizziamo Eventi per ricordare Lelio, li chiamiamo sempre. Ad esempio proprio il 6 marzo 2023 abbiamo realizzato un evento a Trieste  al Teatro Rossetti per le celebrazioni  del centenario di Lelio e abbiamo voluto (e non è la prima volta) il trio di Manuel Magrini vincitore del Premio Luttazzi 2017 un ragazzo straordinario sotto ogni punto di vista, considerato oggi dalla critica il miglior giovane pianista jazz a livello internazionale. Con lui abbiamo voluto Marta Frigo cantante jazz e compositrice milanese vincitrice del Premio 2021 aveva 22 anni allora,  una ragazza deliziosa. Incontrare giovani non solo preparati musicalmente, perché studiano, lavorano, si impegnano davvero molto, ma anche persone sensibili è una gioia per me. Sono sempre disponibili per la Fondazione, vedo i loro entusiasmi e tutto questo mi aiuta, ci aiuta ad andare avanti.

Qual è il valore di un concorso nella vita artistica di un musicista?
Un’occasione per mettere a fuoco l’aspetto professionale del fare musica, consente di conoscere i loro coetanei che amano lo stesso genere di musica, il jazz. Si sono create vere amicizie tra i ragazzi e questo è bellissimo. Vincere è  sicuramente una conferma del lavoro svolto, un incoraggiamento in prospettiva professionale. Le nostre Giurie sono composte da musicisti, direttori d’orchestra da far tremare i polsi.

Il Maestro Lelio Luttazzi era anche uno scrittore di vaglia. Hai mai pensato di estendere il campo artistico e, quindi, affiancare il premio pianistico a quello letterario?
No, non mi  è mai venuto in mente. Lelio era,  e si considerava solo un musicista. Scriveva è vero e anche molto, ma solo per se stesso, non ha mai voluto dare un romanzo, un suo scritto ad una casa editrice. Lo abbiamo fatto noi, come Fondazione e sono usciti postumi un romanzo con Einaudi collezione Coralli e una collezione di scritti di Lelio, racconti, novelle, sceneggiature… La letteratura insieme al cinema (per il quale ha scritto molte colonne sonore per film) erano le due grandi passioni di Lelio.

Una cosa che colpisce dell’attuale bando è che, cito testualmente:  «I partecipanti  dovranno essere iscritti alla SIAE Società Italiana degli Autori ed Editori e aver depositato  presso la SIAE il proprio brano nuovo con il quale si presenteranno al Concorso.». Perché hai (avete) voluto inserire questo obbligo?
Per questa quinta edizione 2023 non è più obbligatoria l’iscrizione alla SIAE dovranno essere iscritti a una società di gestione collettiva di diritti d’autore. Semplicemente perché ci permette un controllo più serio e professionale.

Rossana, a parte te da chi è costituito lo staff del Premio Luttazzi?
Da un direttore artistico. Per il 2021 fu Rita Marcotulli per questa edizione Nico Gori. Le prefinali le abbiamo sempre  organizzate a Trieste (la città di Lelio) e a Trieste ho il Maestro Gabriele Centis che mi aiuta e professori del Conservatorio. La finale a Roma. Le giurie per la prefinale e la finale sono diverse. Non facciamo mai i nomi dei giurati. I ragazzi se li trovano davanti pronti ad esaminarli solo il giorno della prefinale e della finale. comunque sono sempre, ripeto, nomi di grande caratura. E poi ho i consiglieri e il vice presidente che lavorano con me.

Lelio Luttazzi

Rossana, qual era il rapporto del Maestro Luttazzi con il pianoforte? Cosa significava per lui?
La vita! Il suo lavoro. Sempre alla ricerca della perfezione, quasi maniacale, ma era fatto così. Non si stancava mai di cercare un accordo migliore, di interpretare un brano nel miglior modo possibile. Ha sempre conservato  una enorme autocritica e dunque non si perdonava mai nulla. Era sempre alla ricerca della perfezione. Una grande dote.

E con il jazz?
Lelio ascoltò After You ‘ve Gone interpretata da  Louis Armstrong a 13 anni e perse completamente la testa! Si innamorò del jazz e fu un amore lungo una vita. Ascoltava Erroll Garner, Art Tatum, Duke Ellington, Bill Evans e poi suonava  i suoi autori preferiti Cole Porter, Jerome Kern, George Gershwin, Hoagy Carmichael.

Si prevedono sviluppi o modifiche per il Premio Lelio Luttazzi in futuro?
No. resterà un premio per giovani autori pianisti jazz.
Alceste Ayroldi

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