Ahmad Jamal «Marseille»

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AUTORE

Ahmad Jamal

TITOLO DEL DISCO

«Marseille»

ETICHETTA

Jazz Village


 

Sotto una copertina particolarmente dimessa si nasconde una musica di alto livello. A ottantasei anni suonati Jamal dimostra, per l’ennesima volta, di possedere non soltanto un’abilità tecnica impermeabile allo scorrere del tempo ma anche un’estetica ben distante dalle convenzioni del jazz comunemente inteso. In soldoni, chi pensi di trovarsi davanti al classico trio pianistico «moderno», con l’aggiunta di un percussionista delegato a schizzare macchie di colore, è destinato a delusioni e fraintendimenti.

Prendiamo il brano che intitola l’album, proposto in ben tre versioni: la prima strumentale, la seconda affidata al quasi-rap del franco-congolese Al Malik e l’ultima alla voce di Mina Agossi. Nella versione strumentale il tema non esiste: è solo un lungo arpeggio che si srotola sulla tastiera in maniera ossessiva, girando come una vite senza fine. È chiaro quindi che a Jamal interessa ben più il groove della melodia, o forse è più giusto dire che le sue melodie nascono quasi sempre dal groove: da ostinati della mano sinistra o del contrabbasso, oppure da figurazioni ritmiche scovate dal portentoso Riley e subito riprese dall’ottimo Badrena.

Una concezione verticale del gruppo, quindi, non orizzontale come nella tradizione del bop. Ed è in questo disco, più che in altri, che risulta evidente l’affinità di Jamal con l’illustre concittadino Erroll Garner, la cui concezione musicale non era tutto sommato così diversa. Come in Garner, brani notissimi sono sottoposti a un diabolico restyling: qui, Sometimes I Feel Like a Motherless Child s’incastra senza sforzo nella davisiana Jean Pierre e Autumn Leaves minaccia più volte di trasformarsi in Stolen Moments. Un gran bel disco.

Conti


 

DISTRIBUTORE

Ducale

FORMAZIONE

Ahmad Jamal (p.), James Cammack (cb.), Herlin Riley (batt.), Manolo Badrena (conga, perc.); aggiunti Abd Al Malik (rap), Mina Agossi (voc.) in Marseille.

DATA REGISTRAZIONE

Malakoff, luglio 2016.

Recensione
Voto globale