Vijay Iyer «Historicity»

La nascita del trio con Crump e Gilmore, giunti a un livello tecnico ed espressivo ragguardevole, è il sintomo di un ulteriore raffinamento del sistema musicale di Vijay Iyer. I due brani nuovi, Historicity e Helix, sono privi di tema, due espressioni diverse del lavoro integrato del trio. Nel primo, senza evoluzione, Iyer suona su un pedale note e accordi ritmici che si intrecciano all’ostinato di Crump e Gilmore; nel secondo, parte da una melodia diradata e non motivica che man mano trasforma in ritmica, suscitando l’azione di Crump e Gilmore in un crescendo di note e di suono. Meravigliosi entrambi i diversi effetti di sospensione emotiva.

Ma è qui che Iyer inizia a caratterizzare anche il suo lavoro sulla musica altrui, dal pezzo d’affezione pop a quello di devozione jazzistica, lasciandoci nuove esecuzioni di assoluto rilievo. La versione di Somewhere, un po’ cerebrale nell’esposizione del tema (che Iyer dilata senza complicità formale con l’ostinato poliritmico di Gilmore), sfocia in una sequenza di splendide divagazioni meditative del trio. Mentre i tre pezzi prelevati dall’ambito pop in senso lato (Galang, Big Brother e Mystic Brew), insieme al glorioso Dogon A.D. di Julius Hemphill, costituiscono gli esempi più felici dell’effetto trascinante che Iyer ottiene dalla sua concezione pan-armonico-ritmica del gruppo, con passaggi estremamente suggestivi dovuti anche al contrabbasso di Crump. Al confronto, appare forse troppo prodiga di fantasie ellittiche la versione di Smoke Stack di Andrew Hill. A dispetto della sua illustre origine, è il solo pezzo un po’ gratuito. Nuovamente dense sono infatti le riletture dei due brani originali posti in chiusura: Trident, qui alla terza versione, e Segment for Sentiment, ripescato dall’acerbo Memorophilia. Due pezzi in minor mode, pertanto «tristi», di cui Iyer scompone la tonalità emotiva nelle sue sfumature: da antologia l’interplay con Crump in Segment…