Ry Cooder «1970-1987»

3386

AUTORE

Ry Cooder

TITOLO DEL DISCO

«1970-1987»

ETICHETTA

Rhino Entertainment (11 cd)

 


 

Nel 2014, quando questa recensione fu pubblicata sulle pagine della nostra rivista, con poco più di euro ci si potevano procurare in un colpo solo i primi undici album di Ry Cooder, incisi nell’arco di diciotto anni per la Reprise e la Warner Brothers. Nel frattempo, purtroppo, il cofanetto in questione è andato fuori catalogo ed è reperibile solamente tramite i canali dell’usato. Chi non l’avesse acquistato allora, comunque, sappia che si tratta di un oggetto che merita senza esitazioni la ricerca, anche se qualche piccola magagna ce l’ha eccome.

Iniziamo quindi con l’elencare ciò che è rimasto fuori dal box, vale a dire le colonne sonore di The Long Riders e Crossroads di Walter Hill e di Paris, Texas di Wim Wenders, oltre al rarissimo mini album dal vivo (uscito soltanto in vinile nel 1981 e mai ristampato) con quattro brani incisi a Londra e San Francisco.

Quest’ultima è la scelta più dolorosa e soprattutto inspiegabile, visto che le colonne sonore sono da tempo reperibili in edizione economica; ma è anche vero che Cooder ha sempre mostrato un certo disagio a esibirsi dal vivo e altrettanta avversità a pubblicare esibizioni live preferendo, quando possibile, rivolgersi a materiale di studio (e c’è da chiedersi quanto ancora ne esista negli archivi della Warner). Un live c’è, tra questi undici album, ed è il mirabile «Show Time», registrato a fine 1976 e uscito l’anno seguente (comprende comunque un brano in studio); ma, a differenza degli altri dischi di Cooder, su cd ha sempre avuto una vita travagliata tanto da non apparire mai, negli Stati Uniti, in tale formato. La sua presenza all’interno del cofanetto offre quindi già sufficiente ragione di giubilo, tanto più perché quella inclusa sembrerebbe la notevole versione giapponese rimasterizzata nel 2007.

Diciamo «sembrerebbe» perché il cofanetto mantiene il più assoluto riserbo sull’eventuale cura cui sono stati sottoposti i master originali. Dopo qualche confronto con le edizioni in cd uscite negli scorsi anni, ci sembra di poter ragionevolmente affermare che l’unico album ad aver goduto di una vera rimasterizzazione è il primo, quello in cui Cooder è appoggiato al celeberrimo Airstream del 1937, così come qualche aggiustamento è stato forse praticato a «Bop Till You Drop» del 1979, il primo album della storia (classica esclusa) a essere registrato in digitale. Sul resto non giureremmo, anche se il volume di «Borderline» suona un po’ più alto rispetto alla vecchia edizione in cd (oppure è il nostro udito a non essere più quello di un tempo).

Purtroppo la reticenza sul versante audio non è l’unico tasto dolente dell’operazione: il box contiene gli undici album riprodotti in formato mini lp, e quindi pressoché anastatico, omettendo però le buste interne, che nella maggior parte dei casi riportavano informazioni di rilievo tra cui i nomi dei musicisti, i luoghi e le date di registrazione e i testi dei brani (nonché gli autori). Sarebbe bastato accludere un libretto di una dozzina di pagine per offrire un prodotto davvero completo, anche se è vero che in rete si trova tutto ciò che serve sapere. Però è una scelta di marketing che riteniamo sbagliata, a meno che il cofanetto non si rivolga essenzialmente a coloro che questi dischi già li possiedono in vinile. Concluse le dolenti note resta per fortuna la musica, che è di livello assai elevato e, in diversi casi, addirittura sensazionale. Nella fattispecie, «Paradise & Lunch» del 1974 continua a sembrarci, dopo quarant’anni, un autentico capolavoro grazie anche all’inaspettata apparizione di Earl Hines che duetta con Cooder sul vecchio Ditty Wa Ditty di Blind Blake (anno 1928, qui in una delle sue molteplici titolazioni). Resta ancora impagabile la citazione di West End Blues infilata da Cooder durante una delle fours con Fatha; ma i tesori di questo box sono pressoché infiniti, e confessiamo di provare una certa invidia per chi si appresta a scoprirli per la prima volta (o, perché no, a riscoprirli). Nell’impressionante sfilata di collaboratori, ricordiamo alcune presenze significative e di sicuro ben note a chi ci segue, come – oltre a Hines, che ritorna anche in «Jazz», del 1978 – Buell Neidlinger, Sleepy John Estes, Oscar Brashear, Red Callender, Plas Johnson, Benny Powell, Chuck Domanico, Max Bennett e un’infinità di altri, per non parlare di regulars cooderiani quali David Lindley, Flaco Jiménez, John Hiatt, Jim Keltner, Jim Dickinson, Van Dyke Parks, Terry Evans e Bobby King. Da segnalare anche le comparsate di Randy Newman e del ben noto attore Harry Dean Stanton.

Conti

 


 

DISTRIBUTORE

Warner

FORMAZIONE

Ry Cooder, Earl Hines, Buell Neidlinger, Sleepy John Estes, Oscar Brashear, Red Callender, Plas Johnson, Benny Powell, Chuck Domanico, Max Bennett, David Lindley, Flaco Jiménez, John Hiatt, Jim Keltner, Jim Dickinson, Van Dyke Parks, Terry Evans, Bobby King, Randy Newman, Harry Dean Stanton.

DATA REGISTRAZIONE


Recensione
Voto globale
ry-cooder-1970-1987AUTORE Ry Cooder TITOLO DEL DISCO «1970-1987» ETICHETTA Rhino Entertainment (11 cd)     Nel 2014, quando questa recensione fu pubblicata sulle pagine della nostra rivista, con poco più di euro ci si potevano procurare in un colpo solo i primi undici album di Ry Cooder, incisi nell’arco di diciotto anni per...