Randy Weston «Uhuru Afrika»

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Randy Weston - Uhuru Afrika

AUTORE

Randy Weston

TITOLO DEL DISCO

«Uhuru Afrika»

ETICHETTA

Roulette

 


 

Formazione di ventisette elementi, di cui sei addetti alle percussioni, due vocalisti e una voce recitante. Arrangiamenti di Melba Liston e testi di Langston Hughes che celebrano la nascita dei nuovi stati africani. Suite in quattro movimenti. Grande opera, con tutti i suoi rischi.

Il primo movimento (Uhuru Kwanza) è solenne. Si parte dalla recitazione del testo di Hughes condotta dal
cantante tanganicano Sanga Tuntemeke – parte in inglese, parte in kiswahili – e con regolari repliche in coro dei musicisti. Si parla di Africa libera. Poi interviene il tappeto ritmico delle percussioni e una scala pentatonica
ascendente-discendente di Weston al piano introduce al bellissimo tema, cromatico e un po’ monkiano, presto
ricondotto alla sua essenza armonico-ritmica dai fiati e quindi fatto scivolare sul solo commento dei contrabbassi, fino a svanire.

Il secondo (African Lady) è invece narrativo. Una song modaleggiante su tempo medio-lento e privo di interventi delle percussioni; un po’ alla maniera del Mingus di Eclipse, anche se si sta inneggiando a qualcosa – la donna nera come simbolo dell’Africa libera – e con voci sia femminile sia maschile al limite dell’impostato.

Ma i rischi semantici e poetici della grande opera, finora neppure mal gestiti, a questo punto decadono del tutto. Perché i due restanti movimenti non soltanto sono strumentali ma aderiscono al caso in chiave di puro linguaggio westoniano, essendo entrambi strutturati sulla combinazione di ritmi africani e tempi dispari. Il terzo ripropone l’intrigante Bantu presentato a Newport due anni prima e in una versione che il sound orchestrale e l’abbondanza delle percussioni rendono naturalmente tanto più ricca. Il quarto (Kucheza Blues) è un blues festosissimo in tonalità maggiore, summa della solarità westoniana che si addice a ogni «festa della libertà», con l’orchestra che lavora soltanto nelle enunciazioni del tema e i solisti (tra cui Yusef Lateef, Sahib Shihab, Slide Hampton, Weston stesso) che si avvicendano galleggiando ciascuno sulla sola azione dei ritmi. Prima della nostra, la sola edizione in cd di questo capolavoro, comprendente anche «Highlife», era uscita nel 1990 e poi nel già citato box Mosaic.

Vitolo


 

DISTRIBUTORE

FORMAZIONE

Cecil Payne (alto, bar.), Sahib Shibab (alto, bar.), Gigi Gryce (alto, fl.) Brock Peters (voc.), George Duvivier (cb.), Ron Carter (cb.), Charlie Persip (batt.), G.T. Hogan (batt.), Max Roach (batt.), Les Spann jr. (fl. chit.), Julius Watkins (french horn), Kenny Burrell (chit.), Armando Peraza (perc.), Babatinde Olatunji (perc.), Candido (perc.), Budd Johnson (sass., cl.), Jerome Richardson (sass., fl.), Martha Flowers (voc.), Yusef Lateef (te., fl., oboe), Jimmy Cleveland (trne), Quentin Jackson (trne), Slide Hampton (trne), Benny Bailey (tr.), Clark Terry (tr.), Freddie Hubbard (tr.), Richard Williams (tr.), Tuntemeke Sanga (voce recitante), Melba Liston (arr.), Randy Weston (musica)

DATA REGISTRAZIONE

1960

Recensione
Voto globale