Le marionette festeggiano il jazz e i suoi eroi

Carlo Colla e Figli con Enrico Intra, Maurizio Franco e gli allievi della Civica Scuola di Jazz di Milano in una divertente storia del Jazz.

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La marionetta di John Coltrane

L’Atelier Carlo Colla e Figli è un edificio semplice e austero situato nella prima periferia sud di Milano. Lo spazio può accogliere circa centocinquanta spettatori comodamente accomodati davanti a un palcoscenico di circa otto metri per quattro, ove da alcuni decenni si esibiscono le marionette della prestigiosa compagnia, in attività ininterrotta da oltre duecento anni. Parliamo di una vera e propria istituzione non solo del teatro ma della cultura italiana in generale, famosa e celebrata in tutto il mondo, che ha largamente esplorato in tante tournée della sua lunghissima storia.

Puppets Jazz! Grande spettacolo.

Questo spettacolo sulla storia del jazz non poteva quindi che scatenare curiosità, e la visione è stata quanto mai appagante. Nato da una idea di Enrico Intra, lo spettacolo è uscito dai canoni tipici del teatro della compagnia Colla per due principali ragioni: la prima è che i marionettisti, anziché lavorare nel soppalco per muovere le marionette, si sono esposti direttamente sul palco muovendo fili estremamente corti, che mettevano in luce la loro straordinaria abilità. Gli spettatori potevano quindi vedere i movimenti necessari a muovere le braccia e le gambe delle marionette in totale e stupefacente sincronia con la musica. Ma gli occhi erano irresistibilmente attratti dalle marionette che rappresentavano i giganti del jazz, amorevolmente riprodotti sia negli abiti sia nelle fattezze.

Marionetta di Ballerino di tip tap con Louis Armstrong

Louis Armstrong, Duke Ellington, Charlie Parker, Miles Davis, John Coltrane ed Enrico Rava hanno descritto al pubblico le loro storie personali alternando al parlato l’esecuzione dei loro brani più celebri. Non mancava la sezione ritmica sullo sfondo. E qui viene l’altra innovazione dello spettacolo: da molti decenni le colonne sonore sui cui si esibivano le marionette erano registrate, mentre in questo spettacolo la musica è stata eseguita dal vivo da un gruppo di studenti della Civica scuola di Jazz, davvero bravissimi: Marco Vertua alla tromba, Giovanni Amodeo al sax alto, Alessandro Barzellato al sax tenore, Matteo Maranzana alle tastiere, Luca Caldazza al basso, Daniel Delfino alla batteria. Il gruppo è stato arricchito dalle incursioni solistiche dei docenti Enrico Intra al pianoforte e Marco Mariani alla tromba.

Marionetta di Charlie Parker

Lo spettacolo era quindi doppio: sulla sinistra gli studenti della scuola, con Intra ai piedi del palco assieme al pubblico, nell’esecuzione di alcuni dei temi sacri del jazz; sulla destra le marionette a interpretare e mimare con precisione millimetrica l’esecuzione sui rispettivi strumenti, ma anche i tipici aspetti connotativi dei musicisti, come per esempio lo svolazzante fazzoletto bianco di Satchmo o l’inginocchiarsi di John Coltrane davanti al misticismo della musica, immerso nella trance dell’assolo verso la ricerca del divino.

Marionetta di Enrico Rava

I testi – opera di Maurizio Franco, che si è assunto l’arduo compito di sintetizzare in circa settanta minuti la centenaria storia del jazz – erano recitati sia da una voce narrante in sottofondo sia dalle voci dei singoli musicisti. E purtroppo è stata proprio la voce narrante a rappresentare qualche problema di troppo. Klaus Bellavitis, cui erano demandate sia la narrazione sul palco sia le voci registrate, si è rivelato una presenza eccessivamente ingombrante. La sua taglia robusta ha finito per oscurare in molte occasioni le marionette sullo sfondo, quando invece avrebbe potuto rimanere più opportunamente dietro le quinte lasciando il palco ai veri protagonisti. Anche in veste di cantante, Bellavitis ha offerto una prestazione non proprio indimenticabile. Altra stonatura da segnalare è quella legata a un Miles Davis fatto curiosamente parlare in dialetto siciliano, anziché con l’inconfondibile voce roca e profonda dovuta alla famigerata lesione alle corde vocali.

Il Pianista senza abiti

Ci sarebbe piaciuto vedere tra tutti questi protagonisti maschili una delle grandi donne del jazz: Billie Holiday, per esempio, oppure Ella Fitzgerald, ma anche stavolta la tanto evocata parità di generi è purtroppo mancata. Complessivamente, però, non abbiamo ricordo di uno spettacolo più azzeccato per spiegare la magia del jazz ai giovani ma anche agli adulti. Davvero formidabile.

Giancarlo Spezia

Foto Carlo Colla e Figli Compagnia Marionettistica