AUTORE
Matthew Shipp
TITOLO DEL DISCO
«Invisible Light: Live São Paulo»
ETICHETTA
HatOlogy
Mirabile live brasiliano, giustamente edito, a tre anni dalla sua incisione, dall’etichetta di Werner Uehlinger, questo disco ci offre un Matthew Shipp ai vertici della sua arte, come non sempre ci era capitato di sentirlo in anni recenti (per esempio nei fin troppo frequenti, e quindi inflazionati, album accanto a Ivo Perelman). Qui la migliore ispirazione non abbandona praticamente mai il cinquantanovenne pianista del Delaware, anche se le cose più salienti, vitali, accadono nei primi sei degli undici brani totali (di cui cinque standard, adeguatamente reinventati, nell’ordine Angel Eyes, On Green Dolphin Street, There Will Be Another You, Yesterdays e Summertime, e sei pagine originali), con l’episodio più ampio del lotto, Blue In Orion, a fare in qualche modo da spartiacque. Fra brano e brano, d’altra parte, non c’è soluzione di continuità: tutto nasce sotto le dita di Shipp in maniera assolutamente naturale e – talora – impetuosa, nel contempo fluida e imponente, senza che all’ascoltatore sia dato capire dove il tutto lo porterà. Ed è questo, alla fin fine, il maggior pregio dell’operazione, mai scontata, prevedibile, accademica, se non, appunto, in qualche passaggio di Blue In Orion (prima metà, diremmo, di un brano che supera del resto i dodici minuti), sempre apprezzabile, ma si direbbe senza la palpabile urgenza espressiva dei brani che lo precedono. Tale stato di cose finisce per allargarsi in qualche misura anche al successivo Yesterdays, come se il pianista dovesse ricaricare le pile, per ripartire in quarta nel trittico di brani conclusivi (brevi), di cui due, Patmos e Gamma Ray, a sua firma e come commiato finale l’immarcescibile Summertime.
Bazzurro
[da Musica Jazz di gennaio 2020]
DISTRIBUTORE
Ducale
FORMAZIONE
Matthew Shipp (p.).
DATA REGISTRAZIONE
San Paolo, 16-8-16.