«Prayers». Intervista a Sade Mangiaracina

Nuovo disco per la pianista e compositrice siciliana, che verrà presentato in prima assoluta il 20 ottobre alla Casa del Jazz di Roma. Di seguito un breve estratto dell’intervista che sarà pubblicata prossimamente sulla rivista Musica Jazz.

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Parliamo subito di «Prayers», che esce in due volumi: il primo pubblicato il 29 settembre e il secondo il 20 ottobre. Un progetto molto particolare e anche molto diverso dai tuoi precedenti dischi. Quando hai iniziato a lavorare su questo progetto? Come e perché ti è venuta in mente questa idea?
«Prayers» è fisicamente un disco unico in cui al proprio interno ci sono due cd; invece, per il digitale abbiamo differenziato le uscite. Per quanto riguarda l’ideazione del progetto in realtà non ho mai smesso di scrivere da quando ho concluso le registrazioni del precedente album «Madiba». E’ stato un flusso continuo di scrittura ed energia, che sono convogliate dapprima in quello che oggi definiamo «Prayers Vol. 1» con Luca Aquino alla tromba e Salvatore Maltana al contrabbasso, successivamente nel Vol.2 ma anche e soprattutto la necessità di interrogarmi, attraverso il linguaggio a me più consono e cioè la musica, sul significato profondo del rapporto tra l’essere umano e il divino, con tutto ciò che è astratto e intangibile.

Squadra vincente non si cambia: ancora una volta troviamo al tuo fianco Marco Bardoscia e Gianluca Brugnano. Faccio il provocatore: non ti va di esplorare altre sonorità?
Sono una esploratrice di altre sonorità da sempre, e non lo dico con presunzione anzi, è proprio una mia caratteristica andare alla ricerca del nuovo, affrontare nuove sfide e per risponderti in merito ad esempio sto collaborando con Bonnot, deejay, producer e sound designer italiano molto stimato e affermato nel mondo dell’elettronica con cui abbiamo iniziato una collaborazione. Stiamo pianificando con la mia agenzia Pannonica un tour insieme e non vedo l’ora che incominci questa bella avventura. Se ti riferisci al Vol. 1 di questo doppio disco certamente hai ragione, in quanto i miei amati Marco Bardoscia e Gianluca Brugnano sono due musicisti perfetti per come concepisco la musica in trio, oltre ad essere professionalmente strepitosi, c’è un aspetto per me fondamentale, cioè, che sono persone a cui sono molto affezionata. Il Volume 2 ha una sonorità completamente diversa e come dicevo poc’anzi, il trio è differente, infatti oltre a me ho l’onore e il piacere di aver registrato con Luca Aquino alla tromba e Salvatore Maltana al contrabbasso. Questo volume ha una scrittura diversa, e un imprinting diverso.

L’uscita dell’album è anticipata da un video: Dreamers. Cosa racconta?
È la storia di un musicista/direttore d’orchestra che vive un momento di sconforto e panico interiore, vorrebbe andare avanti ma si sente bloccato dai suoi tanti dubbi, fino a quando ritrova il suo «io» bambino e i suoi sogni rifioriscono. Per me è la rappresentazione dell’uomo e dei tormenti nella vita che ci attanagliano, dell’io interiore e della ricerca della trascendenza. L’attore protagonista è Fabrizio Ferracane, attore di tanti film di successo, pluripremiato, mio concittadino e amico fraterno da tanti anni. Non finirò mai di ringraziarlo per questo regalo che mi ha fatto. La regia è di Antonio Messana, incredibile talento siciliano che ha studiato tanti anni a Parigi. Il piccolo attore che vedete per la prima volta sullo schermo è mio figlio Cristiano.

Cosa è scritto nell’agenda di Sade Mangiaracina? Quali sono gli altri tuoi impegni artistici?
A breve termine c’è una nuova sfida con Med Free Orkestra, organico molto stimolante, di cui curo la scrittura e gli arrangiamenti da qualche anno. C’è in previsione un tour importante in Italia e all’estero. C’ è una ulteriore sfida che ho già iniziato qualche mese fa in piano solo al festival di Paolo Fresu Time in Jazz con un repertorio interamente dedicato a Lucio Dalla. Del progetto con Bonnot ne ho già parlato, the last but not the least la meravigliosa avventura di A nome loro: musiche e voci per le vittime di mafia. E’ un progetto che ho ideato insieme a mio cugino Dario Mangiaracina de La Rappresentante di Lista, Flavio Leone e Patrizia Vivona il giorno 24 febbraio scorso all’interno del parco archeologico di Selinunte. Ho pensato e poi realizzato insieme a loro e a tante altre persone che ci hanno dato una mano in 24 giorni, un evento per rimettere al centro dell’attenzione le bellezze che esprime il mio territorio Castelvetrano/ Selinunte subito dopo l’arresto del latitante Matteo Messina Denaro. In una giornata di inverno molto fredda eravamo 4000 persone all’unisono sopra e sotto un palco per un unico scopo, mettere al centro dell’attenzione le vittime di mafia, le loro famiglie, e chi combatte ogni giorno contro ogni forma di mafia. A tal proposito stiamo preparando la seconda edizione che si terrà sempre al Parco Archeologico di Selinunte il 25 maggio 2024 un evento concerto che vedrà alternarsi musicisti del pop, del jazz e dell’elettronica, attori del mondo del cinema e del teatro insieme alle storie delle famiglie vittime di mafia e dei protagonisti dell’antimafia, giornalisti, imprenditori, forze dell’ordine.
Alceste Ayroldi

*L’intervista completa sarà pubblicata prossimamente sulla rivista Musica Jazz