«Monica Loves Frank». Intervista a Monica Giuntoli

Album d’esordio per la vocalist milanese, con gli arrangiamenti di Sante Palumbo.

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Monica, dopo due album realizzati, perché dedicare un album a Frank Sinatra?
Ho voluto mettermi alla prova come interprete e come cantante proponendo un album di brani che mi “somigliassero”, perché adoro lo swing e riconosco in Frank Sinatra la grandissima abilità di sostenerlo, lui si “dondola” dentro allo spartito anticipando e ritardando a suo piacimento la metrica della partitura. L’ho sempre ammirato.

Otto brani scelti dal repertorio di Frank Sinatra, tra quelli non particolarmente adusati. E’ una scelta di cuore? Cosa la lega, in particolare, a questi brani?
In parte è una scelta di cuore,  perché molti dei titoli proposti sono fra i miei standard jazz preferiti o fra quelli che avrei sempre voluto interpretare mi riferisco a: My Funny Valentine, All The Way e I Didn’t Know What Time It Was , altri invece mi sono stati proposti dal Maestro Palumbo, perché spinto da un ispirazione particolare, per esempio in A Foggy Day ha voluto scrivermi l’improvvisazione vocale da eseguire all’unisono con il piano e What Now My Love è stata completamente arrangiata swing così come l’aveva interpretata Sinatra molto diversa dalla versione originale in francese Et maintenant,  scritta da Gilbert Bécaud.

Troviamo anche un inedito, Parlami di te. Qual è la storia di questo brano e perché ha voluto inserirlo proprio in questo album?
E’ un brano a cui sono molto affezionata, mi era stato proposto dal maestro Paolo Arata, molti anni fa in versione pop, ma sin dal primo ascolto ho avuto un’idea diversa sull’interpretazione. Sono innamorata di questo testo che definisco una vera e propria poesia da dedicare a chi si ama in maniera totale, quindi, con il permesso  dell’autore e grazie all’arrangiamento del maestro Palumbo, abbiamo dato al pezzo una nuova veste che ha arricchito l’intensità del suo significato.

Quali criteri avete seguito nell’effettuare gli arrangiamenti?
Il maestro Sante Palumbo si è preoccupato soprattutto di rispettare i criteri e i parametri fondamentali del genere di riferimento. Io definisco Sante un vero e proprio «sarto» perché ha creato un «vestito» su misura per la mia voce. Lui conosceva alla perfezione tutte le composizioni e soprattutto le mie caratteristiche vocali, questo gli ha permesso di arricchire i brani manipolando gli elementi della melodia e dell’armonia, rendendo i pezzi vari, interessanti in modo che mi calzassero perfettamente.

Parliamo dei suoi compagni di viaggio. Come vi siete incontrati? Perché hai voluto proprio loro al tuo fianco?
Riccardo Fioravanti e Stefano Bagnoli hanno collaborato con Sante Palumbo ai loro esordi si conoscono bene e si stimano da sempre. Personalmente avevo suonato con entrambi in occasioni diverse sinché, per un concerto che ci ha coinvolti in quartetto, tenutosi a Bevagna nel teatro Francesco Torti, abbiamo fatto un lungo viaggio in auto tutti insieme. E’ stato stupendo, in quelle lunghe ore abbiamo riso e scherzato, ci siamo divertiti moltissimo, è stata in questa occasione che io e il maestro gli abbiamo parlato del progetto «Sinatra», in quel momento, ancora in fase embrionale e, visto che entrambi manifestarono interesse, successivamente li abbiamo contattati. E’ stato meraviglioso registrare in studio con loro, si sono rivelate due persone incredibili professionalmente e umanamente. Le loro interpretazioni sono molto personali, non si sono limitati a leggere lo spartito, lo hanno analizzato ed hanno apportato le modifiche che ritenevano necessarie per potersi esprimere al meglio. E’ stato un grande onore per me averli nel mio disco, è stato un momento di crescita professionale che non dimenticherò mai.

Sinatra a parte, dal punto di vista tecnico-stilistico chi sono le sue vocalist predilette?
Amo le voci maschili e femminili ho ascoltato molto Nat King Cole, Tony Bennet, Louis Armstrong, Joao Gilberto, Chico Buarque, Elis Regina, Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald, Billie Holiday e tanta musica italiana, Mina, Ornella Vanoni, Giuni Russo e molte altre.

Parliamo del suo background artistico-culturale. Lei ha iniziato nel C.P.M., ma prima di ciò di cosa si occupava Monica Giuntoli?
Mi ero diplomata in Ragioneria e stavo lavorando presso uno studio di Commercialisti come impiegata amministrativa.

Qual è il sogno nel cassetto di Monica Giuntoli?
Migliorarmi, crescere, evolvermi come artista e come persona, per potere avere la possibilità di esprimermi in maniera sempre più completa attraverso la mia voce.

Cosa è scritto nella sua agenda? Quali saranno i prossimi impegni e i prossimi progetti?
Il cd è uscito in aprile, stiamo ancora lavorando al calendario delle date ma posso anticipare che il 26 settembre terremo un concerto nell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri a Milano dove l’intero incasso sarà devoluto a favore della ricerca.
Alceste Ayroldi