L’orchestra è stata fondata nel 1946 e fin dagli anni Cinquanta ha svolto un ruolo fondamentale nella diffusione del jazz europeo. Dagli anni Ottanta ha anche iniziato una consistente attività discografica, con una lunga serie di album che la vedono ospitare nomi di assoluto rilievo nel panorama internazionale.
Molti di questi dischi sono pubblicati dall’etichetta tedesca Jazzline, con la quale abbiamo collaborato per presentare il cd di questo mese, che offre alcuni dei momenti più significativi dell’orchestra, dei suoi direttori stabili e dei solisti ospiti, in un lasso di tempo che va dal 1989 fino a pochi mesi fa. John Scofield, Bob Brookmeyer, Jim Hall, Bob Mintzer, Mel Lewis, gli Steps Ahead sono solo alcuni dei grandi nomi che potrete ascoltare sul cd allegato al numero di aprile di Musica Jazz.
Ecco cosa ci ha raccontato Bob Mintzer, l’attuale direttore principale della WDR Big Band:
«La nostra collaborazione nacque negli anni Ottanta. Incontrai Wolfgang Hirschmann, il produttore della band, in Austria durante un programma televisivo con Liza Minnelli e lui mi invitò a Colonia per fare qualcosa con la big band. Accettai con piacere e suonai con l’orchestra. Fu un’esperienza fantastica perché era una splendida occasione lavorativa e ne rimasi onorato. Lavorai con loro a due produzioni. Successivamente, gli Yellowjackets, ai quali mi ero unito nel 1991, furono invitati dalla produzione della WDR per due differenti iniziative, anche con Vince Mendoza. Successivamente sono tornato a collaborare con la WDR nel 2013 e nel 2014 per nuove produzioni. In seguito, il board dell’orchestra decise prendermi in considerazione come direttore principale della big band. Ma in quel periodo dovevo rientrare a Los Angeles dove, tra l’altro, insegnavo all’università ed ero a capo del dipartimento di jazz. Poi c’era l’impegno con gli Yellowjackets, quindi non avevo tempo sufficiente per ricoprire al meglio l’incarico di direttore dell’ensemble. In seguito si creò una situazione favorevole, perché c’era Vince Mendoza che già collaborava con la big band, e potemmo dividerci i compiti: lui era il resident composer dell’orchestra. L’impostazione è molto simile a un’orchestra sinfonica tradizionale e, quindi, consente di ospitare anche altri direttori sia nella sede dell’orchestra che in tour. È da sei anni che mi onoro di dirigere la WDR. C’è una tradizione nella WDR Big Band, ovvero quella che il direttore principale scrive un progetto basandosi sul modo di suonare dell’orchestra, e questa è una sfida che mi è piaciuta da subito. Certo, ora con la pandemia è tutto molto complicato: speriamo che si possa tornare al più presto alla normalità. È sorprendente, comunque, che l’orchestra sia ancora operativa in assoluta sicurezza e con un’organizzazione impeccabile».
E adesso la parola a Joachim Becker, produttore degli album della WDR Big Band per l’etichetta Jazzline:
«Credo che mantenere in attività queste orchestre sinfoniche e queste big band sia un gesto sociale e culturale di grande importanza, soprattutto perché sono finanziate con soldi pubblici. In Germania possiamo dirci fortunati, perché esistono svariati enti di radiodiffusione pubblica, come per l’appunto la WDR e la NDR, che praticamente da sempre gestiscono orchestre sinfoniche, big band e altri gruppi di alta qualità. Con la WDR Big Band entrai in contatto quando Bob Brookmeyer mi invitò a prendere parte, come tastierista, al suo progetto con Jim Hall e Mel Lewis, del quale si può ascoltare un brano nel cd allegato. Nel 2003 iniziai a lavorare con la WDR come produttore, sottoponendo un progetto con Randy e Michael Brecker. Si dissero interessati e mi dettero il via libera, così lo realizzammo assieme. L’operazione andò così bene da farci vincere ben due Grammy. I progetti con la WDR Big Band sono stati utilissimi per tutte le parti in causa: la casa discografica ha potuto presentare quella che è ormai una delle migliori big band in attività a livello mondiale, e la WDR Big Band ha riscosso una sempre crescente attenzione internazionale grazie soprattutto alle pubblicazioni discografiche (cito, tra i tanti lavori, «Brown Street» di e con Joe Zawinul e «Roots & Grooves» con Maceo Parker)».