Mariasole De Pascali e Simone Alessandrini

Doppio concerto di giovani talenti, con i progetti Fera e Circe

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Roma, Casa del Jazz
10 Giugno 2023

Nella fase iniziale della rassegna estiva Summer time, ecco subito un bel doppio concerto di due dei nostri migliori nuovi talenti: Mariasole De Pascali, fresca dell’affermazione nell’ultima edizione del Top Jazz, e Simone Alessandrini. L’occasione era particolarmente ghiotta per varie ragioni, considerato che la flautista è stata chiamata a integrare la nuova big band di Alessandrini e dunque i due concerti si sono svolti nel migliore spirito di una effettiva ibridazione. Infatti il primo set, di Fera nel consueto organico, è stato integrato in due brani, completamente riarrangiati per l’occasione, da Alessandrini, per poi concludersi normalmente. Il secondo set ha riguardato per intero il nuovo progetto Circe di Simone Alessandrini Storytellers, che comprende anche la De Pascali. Ma andiamo per ordine.

Mariasole De Pascali, Giorgio Distante, Adolfo La Volpe, Lucio Miele

Fera, con Mariasole De Pascali ai flauti e all’ottavino, Giorgio Distante alla tromba e alla tuba, Adolfo La Volpe alla chitarra baritona e Lucio Miele alla batteria e alle percussioni, ha presentato il programma del disco di esordio (qui la recensione), anche se in un montaggio diverso e con alcune variazioni, in parte determinate dalla presenza di Alessandrini in un brano inedito (che non ha ancora un titolo e che per il momento possiamo chiamare Fera Summer offrendovene qui un breve estratto) e nella riscrittura di La cerimonia del taglio, che con la presenza del sassofonista romano diventa un suggestivo corale a quattro voci. Il quartetto si è dimostrato ancor più affiatato, confermando la cifra del tutto originale di una musica che rifugge facili assimilazioni, ma che, pur rimanendo niente affatto semplice, non respinge mai l’ascoltatore, dimostrando la propria compiutezza in un arco logico-narrativo, che prevede una enunciazione iniziale, uno sviluppo e una conclusione. Tutti i musicisti hanno così modo di esprimere pienamente la propria individualità, ma all’interno di un congegno di gruppo, ben immaginato e orchestrato dalla leader. È lei, inoltre, che in qualche modo fa «girare» il set con un proprio solo, dimostrando così di saper gestire anche una precisa drammaturgia.

Fera (foto di Antonella Pagani)

Simone Alessandrini Storytellers ci ha già abituati alla sua essenza di progetto modulare in continua espansione e, inoltre, alla capacità del proprio leader di farsi catalizzatore di una precisa visione estetica, rispetto a certi processi narrativi, e di esercitare l’attività di conduzione del gruppo con estrema naturalezza. Il sassofonista aveva già affrontato alcuni di questi argomenti in un’intervista realizzata nel 2021, in occasione della pubblicazione di «Mania Hotel» (qui l’intervista).

Simone Alessandrini Storytellers (foto di Antonella Pagani)

Il nuovo gruppo comprende ben dodici elementi (e dodici ruoli): Laura Giavon, voce e trombone (nel ruolo di Circe); Federico Pascucci, tenore, clarinetto e ney (nel ruolo del vitello); Antonello Sorrentino, tromba e flicorno (nel ruolo del cavallo); Mariasole De Pascali, flauti e ottavino (nel ruolo della serpe); Federico D’Angelo, baritono, clarinetto basso e tuba (nel ruolo del leone); Giacomo Ancillotto, chitarre (nel ruolo della cerva); Marcella Carboni, arpa (nel ruolo della lepre); Nazareno Caputo, vibrafono e marimba (nel ruolo dell’ostrica); Simone Pappalardo, elettronica e strumenti autocostruiti (nel ruolo del cane); Riccardo Gola, contrabbasso e basso elettrico (nel ruolo della talpa);
Riccardo Gambatesa, batteria e percussioni (nel ruolo del capro); oltre naturalmente a Simone Alessandrini, alto e flauti (nel ruolo di Ulisse).

Circe, il libretto di sala

La messa in scena del gruppo prende origine e spunto dalla Circe di Giovan Battista Gelli, operetta morale in dieci dialoghi, del 1549, nella quale il celebre episodio dell’Odissea viene ripreso immaginando che Ulisse ottenga dalla Maga la facoltà di conversare con i suoi marinai trasformati in animali, nel tentativo di riportarli allo stato di umani. Essi, tuttavia, si pronunciano a favore della sopraggiunta condizione ferina, opponendo un netto rifiuto all’offerta di recuperare le fattezze umane, sostenendo la superiorità etica degli animali rispetto alle debolezze, ai vizi e alle miserie che caratterizzano l’esistenza degli uomini. L’idea è dunque quella di un’operetta nella forma, ma con il suono del jazz, contaminato da un andamento ciclico e tribale, che in qualche modo «gioca» con l’approccio colto occidentale. Nell’opera, ogni musicista rappresenta un animale che si racconta, con le incursioni di Circe, il cui ruolo è rappresentato dal canto, come unico veicolo narrativo. Il gruppo assume quindi assetti assai variabili: momenti di densità d’assieme, sezioni a geometria ridotta o minimale, parti di improvvisazione radicale contrapposte a sezioni di scrittura verticale fitta e rigorosa, mantenendo sempre un andamento sostenuto, ora drammatico, ora scherzoso o grottesco, sempre estremamente vitale e talora letteralmente irresistibile. L’obiettivo di valorizzare la musica anche come veicolo narrativo è pienamente soddisfatto: la sceneggiatura musicale consente di dare una rappresentazione plastica e credibile agli stati d’animo dei vari animali-uomini, ipostasi dei vari vizi e malesseri esistenziali del genere umano. «Narrare» è ciò che del resto Alessandrini aveva già saputo fare nei due precedenti dischi di Storytellers, dedicati a storie di guerra e della Resistenza romana («Storytellers», 2017) e al tema della follia, della perdita di identità dell’individuo entro i contenitori sociali e come conseguenza dei determinismi da essi indotti («Mania Hotel», 2021). Nel fare questo, il sassofonista non perde mai di vista la musica, che è sempre di grande valore e di estrema godibilità. Come si può facilmente intuire, un organico così esteso è fonte di un impatto sonoro ed emotivo possente, tanto più ove si consideri che tutte le individualità musicali che vi sono coinvolte sono di estremo spicco. Questo piccolo grande esercito di talenti è saldamente condotto dal sassofonista, la cui maturità non è più una sorpresa.

Simone Alessandrini-Ulisse (foto di Antonella Pagani)

Il concerto valeva anche come presentazione del disco, appena inciso, da parte del Centro di Produzione Casa del Jazz. L’uscita per Parco della Musica Records sarà possibile a partire dall’autunno: inutile dire che c’è molta attesa, ma basterà aspettare.
Sandro Cerini