Brad Mehldau «Seymour Reads The Constitution!»

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Brad Mehldau Seymour Reads the Constitution

AUTORE

Brad Mehldau

TITOLO DEL DISCO

«Seymour Reads The Constitution!»

ETICHETTA

Nonesuch

 


 

In Dreams Begin Responsibilities, sosteneva nel 1937 il titolo della celeberrima short story di Delmore Schwartz, e proprio in un sogno è contenuta la spiegazione dell’enigmatico titolo del nuovo lavoro di Mehldau, pubblicato ad appena due mesi dall’uscita di «After Bach». Perché il pianista avrà voluto tornare subito sul mercato, quasi come se intendesse rivendicare la sua appartenenza al mondo del jazz comunemente inteso, nonostante le varie «scappatelle » messe in atto negli ultimi anni (il duo con Mark Guiliana; quello con il mandolinista Chris Thile; «Modern Music» con Kevin Hays e Patrick Zimmerli)? È uno dei tanti piccoli misteri di quest’album dall’aspetto apparentemente dimesso: niente foto dei musicisti, zero note di copertina, silenzio sulla data di registrazione.

Di primo acchito, pur avvezzi da decenni ai titoli surreali e criptici dei brani di Henry Threadgill, tanto per citarne uno, ci siamo incaponiti assai nel voler scoprire chi fosse questo misterioso Seymour che «legge la Costituzione» magari estraendola dal carrello riprodotto in copertina, stracolmo di massicci testi giuridici (i credits del disco lo tacciono ma si tratta di Tag Sale III, scatto del 2000 di un importante fotografo come Mitch Epstein, ex marito della regista indiana Mira Nair e frequente collaboratore, sul palco, di jazzisti come Erik Friedlander; e dietro questa foto c’è una storia assai complicata che sarebbe troppo lungo raccontare qui). Dopo qualche ricerca, abbiamo finalmente rintracciato una vecchia intervista in cui Mehldau raccontava di aver sognato, una notte, Philip Seymour Hoffman che gli leggeva la Costituzione degli Stati Uniti; e di aver composto, al risveglio, il brano che si ascolta in questo disco, restando poi stupefatto, poche settimane dopo, alla notizia della tragica morte del popolare attore e decidendo di incidere il pezzo a mo’ di ultimo omaggio.

Questa intervista – Hoffman è scomparso nel febbraio 2014 – indica in maniera abbastanza precisa la data di registrazione, tanto più che pochi mesi dopo il trio di Mehldau già eseguiva dal vivo Seymour Reads The Constitution e diversi altri brani dell’album appena uscito, addirittura nell’ordine in cui li ascoltiamo qui (Spiral era il brano di apertura dei concerti dell’autunno-inverno 2014-2015). Considerando poi che in «Blues And Ballads» (Nonesuch, 2016) erano presenti tre esecuzioni registrate il 12 maggio 2014, è ragionevole presumere che anche il nuovo lavoro risalga a quei giorni. Oltre allo stralunato valzerino Seymour Reads…, gli altri due brani a firma del pianista sono il già citato Spiral (in 5/4, che sembra costruito su una cellula di Vesti la giubba di Leoncavallo, troppo insistita per essere casuale) e Ten Tune, in 10/8 come svela il titolo. Le riletture di brani altrui comprendono invece De-Dah di Elmo Hope, parente stretto della monkiana Bemsha Swing e come tale restituito ai suoi umori caraibici; un vecchio standard come Almost Like Being In Love, che perde il tratto nostalgico-spensierato dell’originale per trasformarsi in una corsa a perdifiato; Beatrice di Sam Rivers, posta in chiusura di set e offerta in una versione asciutta e rigorosa, priva di ogni velleità romantica; infine i consueti prestiti dal repertorio pop, che questa volta comprendono Friends dei Beach Boys (dall’omonimo, sfortunato album del 1968) e l’inaspettata ricomposizione di Great Day, la curiosa miniatura che Paul McCartney aveva inciso nel 1992 per poi pubblicare soltanto cinque anni più tardi (su «Flaming Pie», 1997) e qui lasciata in gran parte al contrabbasso di Grenadier, in telepatico rapporto con Mehldau (e ci mancherebbe, visto che i due lavorano assieme dai primi anni Novanta).

In conclusione, niente di particolarmente nuovo – non sembrava comunque questo l’obiettivo – ma molto di ben fatto: nel suo genere, il trio di Mehldau si conferma tra le migliori espressioni del jazz contemporaneo e questo album otterrà sicuramente il successo che merita.

Conti

[da Musica Jazz, giugno 2018]

 


 

DISTRIBUTORE

Warner

FORMAZIONE

Brad Mehldau (p.), Larry Grenadier (cb.), Jeff Ballard (batt.).

DATA REGISTRAZIONE

New York, prob. maggio 2014.

Recensione
Voto globale