Gli annali del jazz concordano su un punto: il 1959 fu un anno chiave, «The Year Everything Changed», si legge ovunque nella letteratura anglosassone sul tema. Alle soglie di un nuovo decennio, quello delle mille e una rivoluzione, desiderate e poi fallite, quei dodici mesi diedero subito la sensazione di aver prodotto qualcosa di memorabile per via di una sequenza di uscite discografiche a dir poco strepitosa. Fu un anno fatidico. Videro la luce album come «Kind Of Blue» di Miles Davis, «Mingus Ah Um» di Charles Mingus, «Giant Steps» di John Coltrane, «The Shape Of Jazz To Come» di Ornette Coleman (il suo debutto per la Atlantic), «Time Out» di Dave Brubeck con tanto di hit pazzesco (Take Five) e l’elenco non si ferma certo qui. Cinquant’anni dopo, Musica Jazz dedicò un intero numero speciale (agosto 2009) a quella smagliante dozzina di mesi, soffermandosi sulle succitate pietre miliari e […]
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