Vincent Courtois – Robin Fincker – Daniel Erdman «Love of Life»

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AUTORE

Vincent Courtois – Robin Fincker – Daniel Erdman

TITOLO DEL DISCO

«Love of Life»

ETICHETTA

La Buisonne


Sulle orme di Jack London. Cosa centra il celebre scrittore californiano? Almeno qui tutto, perché Courtois dal 2016 non riesce a farne a meno e ha voluto seguire le orme indelebili lasciate dal letterato ripercorrendone i passi nella sua musica. Tanto che, per fare le cose per bene, se ne è andato – con i suoi sodali – a registrare il disco nei luoghi di vita di London. Il risultato è un’opera d’arte, di quelle che meritano una menzione particolare. La musica di Courtois è un sentito intreccio di classica contemporanea e jazz: ma non tanto per fare una cosa diversa, semplicemente perché è questo il suo patrimonio artistico. E se il risultato potrà far storcere la bocca ai soliti parrucconi (di entrambi gli universi musicali), la verità viene a galla con tutte le sue ragioni: il jazz ha trovato – forse già da tempo – una via di fuga dalla banalità o dalle pseudo avanguardie. Il violoncello di Courtois sa dipingere ogni piccolo anfratto della memoria, si interseca perfettamente con le armonie costruite da Fincker ed Erdman. Non c’è traccia di camerismo esasperato. E se le pause di Love of Life servono da sipario alla melodia in loop con il violoncello che si traveste da chitarra, i sassofoni fanno la voce grossa svolazzando sul pedale. Martin Eden è diviso in due parti: la prima dialogica, claudicante, un po’ ebbra tanto da farsi sorniona come il passo di un gatto intorno alla sua preda. La seconda è sinfonica quanto una big band della Swing Era, con una tensione lirica che smussa anche gli angoli più impervi. Am I Blue si apre con un assolo di Courtois degno dei migliori contrabbassi, prima di swingare verso i bassifondi di New York City. In The Road la ritmica incessante e in crescendo è architettata dalle ance e il violoncello costruisce archetipi novecenteschi. Se i richiami al glorioso passato della musica sono evidenti, è altresì vero che Courtois e sodali richiamano un sound fresco, nuovo, accattivante. Trust è rock, folgorante, mentre The Dream Of Debs con il suo attacco – al violoncello – richiama gli Appalachi, le liturgie britanniche contrappuntate dal soffio del sassofono, prima di essere irretita dalle insinuazioni contemporanee e schiudere le porte della burrascosa The Seawolf, che gioca allegramente con una melodia dilatata in un altalena di emozioni sonore. Anche Build The Fire si dipana in due episodi: il primo incantato e robustamente tenuto in gioco dall’assolo di Erdman; il secondo gioioso, armonicamente frizzante, fatto di sovrapposizioni e variazioni tonali limpide. Le fibrillazioni di Goliath sono racchiuse nel fraseggio zigzagante di Courtois e la coralità di South Of The Slot è rocciosa, densa di richiami al bop e ai temi musicali folclorici irlandesi. Il breve e struggente Epilogue mette fine a un disco, il cui unico neo è quello di essere finito: ma è pronto per ricominciare e svelare nuovi segreti.
Alceste Ayroldi


DISTRIBUTORE

Ducale

FORMAZIONE

Robert Fincker (ten., cl.), Daniel Erdman (ten.), Vincent Courtois (cello).

DATA REGISTRAZIONE

Oakland, 26 e 26-6-19.