TYONDAI BRAXTON «Telekinesis»

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AUTORE

Tyondai Braxton

TITOLO DEL DISCO

«Telekinesis»

ETICHETTA

Nonesuch


Non sempre un ampio schieramento di forze e premesse seducenti portano a grandi risultati e la delusione è ancora maggiore proprio a causa delle grandi attese suscitate. Però non è questo il caso, perché Tyondai Braxton ha davvero centrato il bersaglio consegnandoci un’opera notevole sotto tutti i punti di vista. Si tratta di un lavoro in quattro movimenti per chitarre elettriche, orchestra, coro ed elettronica, quindi in partenza caratterizzata nettamente da forti ambizioni, proposta per la prima volta in concerto nel 2018 alla Queen Elizabeth Hall e di seguito all’Helsinki Festival, entrambe le volte avvalendosi della direzione di Andre de Ridder, e giunta alfine alla registrazione in studio con uno spiegamento di forze come si può leggere sopra davvero impressionante. D’altronde avventurarsi in progetti ambiziosi e almeno sulla carta affascinanti è un vizio di famiglia, come sta a testimoniare la storia dell’illustre genitore di Tyondai. Questi, invece, dopo aver detto la sua in materia di math rock con i Battles, ha intrapreso da tempo lo studio delle possibili relazioni tra composizione musicale e suono elettronico, raggiungendo come primo risultato le astrazioni oblique di «Hive1», album risalente a sette anni fa e che alla luce del nuovo lavoro appare più che altro come una prova d’orchestra anco[1]ra incerta. In «Telekinesis» tutti i pezzi si incastrano perfettamente, inclusa la premessa culturale del lavoro, la fonte che ne ha ispirato in prima battuta la composizione: Akira, il manga e poi anime di culto creato da Katsuhiro Ōtomo negli anni Ottanta del secolo scorso. Narrazione visionaria basata sul mutante dotato di poteri telecinetici che agisce a Neo Tokyo, megalopoli sorta su quella precedente distrutta da un’atomica. Una storia che da appassionato di fantascienza e horror quale si dichiara, Braxton aveva ben presente, tanto che l’idea di reimmaginarla in musica l’aveva stuzzicato sulle prime. In seguito, il focus si è concentrato o meglio si è allargato a quello più generale del potere inesplorato della mente, senza che però andasse smarrita l’atmosfera allucinata di Akira, che pervade per intero «Telekinesis», con passaggi apocalittici, oppure tetri, angoscianti o incalzanti, con toni a tratti epici e marziali, e altri che lambiscono il minimalismo. Tutto pare ondeggiare e pulsare, a più riprese esplodono blocchi sonori per stratificarsi in nuovi amalgami. In un buio gelido e intermittente rilucono le ombre del sinfonismo novecentesco, le astrazioni delle avanguardie e le colonne sonore del film di genere, le complesse strutture ritmiche e gli inconsueti impasti timbrici, fusione alchemica di sonorità acustiche ed elettroniche, tutto in qualche maniera tenuto assieme dal potere della mente, non quel[1]la di Takashi, il bambino di Akira, ma di Tyondai che si ritaglia un proprio posto, autenticamente originale, nella musica odierna e nella storia di famiglia.
Fucile

Pubblicata sul numero di dicembre 2022 di Musica Jazz


DISTRIBUTORE

Warner

FORMAZIONE

Tyondai Braxton (elettr., celeste), Metropolis Ensemble (dir. Andrew Cyr), Brooklyn Youth Chorus (dir. Dianne Berkun Menaker), The Crossing (dir. Donald Nally).

DATA REGISTRAZIONE

New York, 15-8-21 e 18-3-22.