Tigran Hamasyan «StandArt»

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AUTORE Tigran Hamasyan

TITOLO DEL DISCO

«StandArt» ETICHETTA Nonesuch
Tigran che fa l’americano! Nuovo look e nuova onda musicale per il pianista dalle origini armene, ma di casa a New York da un po’ di anni. Indossa un paio di baffetti e un taglio decisamente new wave, lo apparentano a David Byrne. Mentre la musica che qui fluisce non ha nulla a che vedere con gli altri nove album di Tigran. Innanzitutto ci sono otto grandi classici della canzone americana, che si assaporano tutti nella loro scomposizione tipica del jazz mainstream più attuale. L’inizio è travolgente con De Dah (di Elmo Hope) e ci svela un pianismo inaudito (o quasi) provenire dalle sapienti dita del musicista armeno. Poi, arrivano i sassofoni prima di Mark Turner e poi di Joshua Redman (rispettivamente con All The Things You Are e Big Foot) che screziano, acidificano il sound divorando le argentine note di Tigran, lasciato in balia dell’onda ritmica spezzata – con arguzia – da Brewer e Brown. Si riprende la scena, titillando i registri più acuti in When A Man Loves A Woman e in Softly As A Morning Sunrise, che interpreta magistralmente. Dialoga bene, senza alcuna difficoltà con Ambrose Akinmusire in I Should Care e personalizza le fatiche bebop di Laura, declinandola in un mainstream deviato verso chine euroasiatiche. Bella esperienza questa di Tigran, sicuramente. Ciò che auspichiamo è che si tratti solo di un’esperienza e non di un cambio di paradigmi. Ayroldi pubblicata sul numero di dicembre 2022 di Musica Jazz

DISTRIBUTORE

Warner FORMAZIONE
Tigran Hamasyan (p.), Matt Brewer (cb.), Justin Brown (batt.); ospiti: Ambrose Akinmusire (tr.), Mark Turner, Joshua Redman (ten.) DATA REGISTRAZIONE
Luogo e data scon.
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