Marilyn Mazur’s Future Song «Live Reflections»

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AUTORE

Marylin Mazur’s Future Song

TITOLO DEL DISCO

«Live Reflections»

ETICHETTA

Stunt


Correva il 1989 quando la Mazur, dopo aver posto fine al sodalizio con Miles Davis, metteva su questa band. Memore dell’insegnamento di Davis, il suo obiettivo era quello di creare empatia, liberare la propria anima e quella dei suoi compagni di viaggio. Questo disco è una bella sintesi del lavoro svolto: dai primordi al 2015, allorquando la percussionista naturalizzata danese decise per un reunion per celebrare il suo sessantesimo genetliaco. E in questo disco c’è tutta la poetica di Marilyn Mazur, a partire da Gong-Pri con la tromba in loop ascendente di Molvær, carica di effetti e rarefazioni e le percussioni accennate, simboliche ma che riempiono ogni spazio sonoro della leader che danno inizio alla coralità della line-up targata 2015, con le corde di Aarset e le ance di Ulrik che ci lasciano accarezzare tanto l’Oriente quanto l’Islam. Subwaygroove sembra uscita dal cilindro del Davis elettrico, con il ritmo sussultante dinanzi alle magie elettroniche acidificate e a uno spirito di gruppo che enfatizza ogni passaggio. D’altra pasta è Dreamfog Mountain, eterea, limpida e poetica, anche per merito della voce della Aase e la tromba dolcemente incisiva di Molvær: il ritmo arriva dal profondo dell’Africa e fa da corollario e contrappunto a un brano di rara intensità. The Dreamcatcher è la sintesi tra il jazz europeo – con la melodia in bella vista -, e quello più smooth (ma non da invasione commerciale). The Holey ci lascia vivere tra la seconda scuola viennese e la new wave gotich: il cantato-parlato della Aase s’associa al ritmo afro-reggae con tastiere e chitarra ruggenti. Reflections è l’unico brano datato 1990, quello della prima genìa della band; pianoforte e voce tengono sulla corda prima di lanciare un brano che si avvicina alle sonorità del jazz più classiche, fatte salve le incursioni della voce, mentre la Mazur con Kleive tengono sulla graticola, sussultando, la tromba. Le breve e spettrale Love Eruption è il prologo per First Dream che, all’inizio, si piega alla stessa essenza, prima di diventare un leggiadra ed elegante cavalcata tra ritmo, voce e orchestrazione. L’epilogo è per Vinterstykke, con Urlik che ci lascia guardare la soavità della notte in faccia.
Alceste Ayroldi


DISTRIBUTORE

Ird

FORMAZIONE

Formaz. complessiva: Nils Petter Molvær (tr.), Hans Ulrik (ten., alto), Makiko Hirabayashi, Elvira Plenar (tast.), Eivind Aarset, Krister Jonsson (chit.), Klavs Hovman (cb.), Audun Kleive (batt.), Marilyn Mazur (perc., voc.), Tone Aase (voc., elettronica).

DATA REGISTRAZIONE

Località varie, tra il 1990 e il 2015.