Markus Stockhausen Group «Tales»

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AUTORE

Markus Stockhuasen

TITOLO DEL DISCO

«Tales»

ETICHETTA

O-Tone Music


Stockhausen fa le cose in grande: tre dischi per un’unica soluzione. E sdoppia il suo universo musicale, perché dedica il primo disco a brani composti, mentre gli altri due a improvvisazioni del quartetto. Il bello di questa brillante operazione è che la linea di confine è così sottile da non vedersi, anzi non ascoltarsi. Il trombettista tedesco si conferma un grande compositore, capace di coniugare il verbo jazzistico con la melodia europea, con le sonorità quiete e avvolgenti del Nord Europa (Sunday Morning, che apre l’opera musicale e appartiene alla sezione della musica annotata). Ma sa anche rammentare quanto il jazz sia vicino alla classica e il cello di Brinkmann ce lo ricorda illuminando di un suono corposo e brumoso A Smile, così anche in To See dove scarta abilmente le trappole pennellate dalle spazzole di Thomé e aspetta di cedere lo scettro a van Vliet che sinuosamente e vigorosamente spinge verso il crescendo del volume sonoro e amplifica le dinamiche. La sinergia del quartetto si palesa ovunque e in qualsiasi grado di lettura si stia ascoltando questo lavoro. La tromba (o il flicorno) di Stockhausen è pulita, tagliente, anche quando utilizza giochi elettronici provocando echi assolutamente pertinenti. Lunghe composizioni, mai ripetitive o fatte da noiosi assolo muscolari, che spiegano un mondo musicale sul quale ci si dovrebbe soffermare con maggiore attenzione. Il lirismo dal groove drum and bass di Destiny mette in luce tutta l’attenzione del sessantaquattrenne compositore di Colonia verso sonorità altre rispetto al jazz, seppur non perde mai di vista la via maestra. E sembra che le improvvisazioni sguscino fuori da un innato senso compositivo: Sounds Of Hope è emozionante, struggente, rocciosa, con il quartetto che si muove all’unisono per cercare di colmare ogni spazio sonoro. E lo stesso dicasi per Late Dance, dove la linea melodica viene subito scolpita dalla tromba di Stockhausen, con tutte le note scandite e tornite, per trovare il suo contraltare nel fraseggio forbito di van Vliet. Un disco da consumare: che sia sul giradischi o nel lettore cd, è da ascoltare tante volte, perché ogni volta c’è qualche nota, qualche trovata, qualche melodia che trova un nuovo afflato.
Ayroldi

Pubblicata sul numero di novembre 2021 di Musica Jazz


DISTRIBUTORE

o-tonemusic.de

FORMAZIONE

Markus Stockhausen (tr., flic.), Jeroen van Vliet (p., synth.), Jörg Brinkmann (cello), . Christian Thomé (batt.).

DATA REGISTRAZIONE

Loc. e data scon.