MARIO RUSCA «Monochrome Blues»

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AUTORE

Mario Rusca

TITOLO DEL DISCO

«Monochrome Blues»

ETICHETTA

Mono Jazz


Si comincia con un temino da nulla, ma Mario Rusca – come Sonny Rollins – è capace di costruirci sopra una montagna di idee. Nato a Torino nel 1937, il pianista è davvero una figura storica del jazz italiano, in particolare della scena milanese, con un curriculum di collaborazioni che comprende fuoriclasse come Gerry Mulligan, Stan Getz, Art Farmer, Lee Konitz, Chet Baker, Enrico Rava, Al Grey, e ci fermiamo qui. Rusca ha una caratteristi[1]ca evidente a chiunque: non dimentica mai che il jazz, per gran parte della sua storia, è stato intrattenimento. Dentro il suo stile si riconoscono Earl Hines, Ahmad Jamal, un poco di Monk e soprattutto Duke Ellington, in vario modo tutti geniali entertainers della tastiera; Rusca li inserisce in una visione armonica ampia e talvolta spregiudicata. Il pianista non ha – e di certo non vuole avere – la preparazione per essere un virtuoso del suo strumento ma importa poco, perché ha saputo costruire un proprio mondo che si regge sui fondamentali (il blues, come nel magnifico bra[1]no che dà il titolo al disco, e le ballads), si disinteressa delle dinamiche preferendo scolpire l’assolo persino nei brani senti[1]mentali, alterna brillantemente linee melodiche e block chords, dei quali ultimi fa uso abbondante in tutto il disco. Più che nelle ballad, Rusca dà il meglio di sé in pagine squisitamente postbop, come Blue Minor di Sonny Clark e Blues for Gwen di McCoy Tyner, e anche come autore va a parare da quelle parti. È lì che scatena uno swing brillante con l’impeccabile appoggio di Fioravanti e Arco, che aggiungono a questo riuscitissimo lavoro una particolare elasticità.
Piacentino

pubblicata sul numero di settembre 2023 di Musica Jazz


DISTRIBUTORE

Goodfellas

FORMAZIONE

Mario Rusca (p., p. el.), Riccardo Fioravanti (cb.), Tony Arco (batt.).

DATA REGISTRAZIONE

Milano, 11 e 12-2-2021.

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