Sade Mangiaracina «Madiba»

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AUTORE

Sade Mangiaracina

TITOLO DEL DISCO

«Madiba»

ETICHETTA

Tuk Music


C’è poco da fare: narrare delle vicende con la sola musica – scevra dalle parole – è un’impresa non da poco. Far funzionare le note come un metalinguaggio è un argomento di discussione che ha fatto azzuffare anche Platone e Aristotele. Descrivere un grande eroe dei nostri tempi, apparentemente lontano dai nostri lidi, è un atto di devozione che abbisogna di una ricerca lunga e intensa, soprattutto quando si prende in consegna lo spaccato di una prigionia assurda e tortuosa come quella subita da Nelson Mandela. Sade Mangiaracina ci riesce perfettamente, anche perché non è nuova alla narrazione letteraria-saggistica. E lo fa utilizzando il proprio idioma, fatto di suoni del Mediterraneo, di jazz, di pianismo colto e forbito. Chi si aspetta che dietro l’angolo vi possano essere intrusioni sudafricane, resterà deluso o stupefatto di come si possa dipingere un quadro utilizzando colori sempre diversi. Si inizia respirando piano: Madiba è contrassegnata dall’attacco del contrabbasso con l’archetto che apre le dinamiche del pianoforte che inizia il suo personale racconto volteggiando intorno a un solido accordo e ad armonizzazioni lineari, con la melodia che occhieggia. E’ tumultuosa Winnie, dedicata all’ex moglie di Mandela, con la mano sinistra che intarsia un pedale grave contrappuntando il periodare della destra che si muove sinuosamente tra classicismi e rotture ritmiche improvvise e intriganti. E’ struggente la prima parte di Letter From Prison, sottolineata dall’archetto di Bardoscia e dalle trame carezzevoli della leader. L’altalena di emozioni ci conduce a Destroying Pass Book, che si gioca tra tumultuose sostanze sonore e oscillazioni del volume. La Mangiaracina non perde occasione per ricordare a tutti come possa padroneggiare il linguaggio jazzistico e quello euro-colto. A Brugnano spetta il compito di costruire architravi ritmiche sostanziose o di pennellare e suggerire il ritmo: e lo fa senza battere ciglio, con assoluta padronanza. We Have A Dream gioca a nascondino tra la burrasca jazzistica mediterranea – illuminante è l’apporto di Trabelsi – e romanticismo ottocentesco. Ancora un cambio di scena in 27 Years, con la Mangiaracina che indossa i guanti gialli e dà voce al Fender Rhodes, macinando groove. La ripresa di Letter From A Prison, trova la grana grossa dell’impeccabile Bardoscia a dare forma a un brano dalla struggente bellezza: una ballad con variazioni sul tema. Forgiveness è la summa di tutto il discorso di Sade Mangiaracina e, mercé l’oud di Trabelsi, racchiude il sapore dell’Europa, quello dell’Africa e del Mediterraneo.
Ayroldi

Pubblicata sul numero di settembre 2021 di Musica Jazz


DISTRIBUTORE

IRD

FORMAZIONE

Formaz. completa: Sade Mangiaracina (p., p. el.), Ziad Trabelsi (oud), Marco Bardoscia (cb., b. el.), Gianluca Brugnano (batt.).

DATA REGISTRAZIONE

Guagnano, 14 e 15-2-2020.