Macha Gharibian «Joy Ascension»

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AUTORE

Macha Gharibian

TITOLO DEL DISCO

«Joy Ascension»

ETICHETTA

Rue Bleue


Di tanto in tanto fa bene ricordare che la musica cambia e che, inevitabilmente, anche il jazz si associa a tale cambiamento e incontra altri stili, altre culture. Con Macha Gharibian, in realtà, muta l’approccio, perché è sentito, caldo, fremente e tempestoso. La spiritualità della tradizione armena è al servizio del groove (e viceversa). E già l’overture con il brano eponimo è un bel riassunto di come possa coesistere, nello stesso linguaggio, tanti dialetti differenti: un rhythm and blues ficcante e caparbio, una voce adamantina che intona un soliloquio gospel sotto i colpi di maglio di Jennings e tran tran di Pallemaerts. Giusto il tempo di archiviare gli ultimi colpi di basso e arriva, con Georgian Mood il fuoco eurasiatico con il suo ostinato ritmico-armonico disegnato dai tasti del pianoforte condotto dalla Gharibian. Una costruzione circolare, incessante, che sbuca nel suo logico prosieguo – omen nomen – Fight: è un maremoto di note, sotto l’incantesimo del pedale che la Garibian difende a spada tratta, mentre la ritmica la incalza; il passaggio al Fender Rhodes affievolisce il ritmo, ma non l’intensità del brano. L’artista franco-armena si muove su di un terreno ferace, creando sonorità sempre affascinanti e in The Woman I’Am Longing To Be, modella una ballad-canzone con la collaborazione degli affreschi di Joris, che incide il suadente manto sonoro e l’ampia tessitura della voce della Gharibian. La spiritualità aleggia in Sari Sinoun Yar, con il tocco classico e ponderato del pianoforte, il descrittivo doudouk di Minasyan e il timbro ricchissimo della potente capacità espressiva della Gharibian che tratta il tema con una grande libertà melodica. Un’altra svolta arriva con l’unica cover che è dedicata a Paul Simon, Waves To Leave Your Lover, il cui arrangiamento nel quale confluiscono tradizione armena, classica e jazz, è destinato a rimanere negli annali. Non c’è verso di tenerla in un solo binario la musica di Macha Gharibian. Come un fulmine a ciel sereno arriva Crying Bohemia: il pianoforte tesse arcuate trame, mentre la voce si inerpica adamantina e melanconica. La coralità del trio, nell’altalena di suoni e volumi, di Freedom Nine Dance chiude un album di impagabile bellezza.
Alceste Ayroldi


DISTRIBUTORE

 

FORMAZIONE

Formaz. complessiva: Bert Joris (tr.), Arton Minasyan (ddoudouk), Macha Gharibian (p., p. el., voc.), Chris Jennings (cb.), Dré Pallemaerts (batt.).

DATA REGISTRAZIONE

Loc. e data scon.