The Jerry Granelli Trio «Plays Vince Guaraldi And Mose Allison»

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AUTORE

The Jerry Granelli Trio

TITOLO DEL DISCO

«Plays Vince Guaraldi And Mose Allison»

ETICHETTA

RareNoise


Avevamo lasciato Granelli giusto cinque anni fa alle prese con un doppio trio (pianoless, con quattro fiati e un bassetto a tre corde) di rara architettura e grande raffinatezza (l’album è «What I Hear Now», che vi invitiamo ovviamente a recuperare) e lo ritroviamo in un contesto più canonico, con basso e batteria. Il batterista, oggi ottantenne, ha alle spalle un carriera lunga sessant’anni, snodatasi sempre nel segno di una grande versatilità, per molti effetti
fors’anche controproducente, in termini di puro profitto personale, che lo ha «fotografato» sempre nei panni del musicians’ musician o della lussuosa guest star (accanto a nomi come Denny Zeitlin, Pat Metheny, Bill Frisell, Lee Konitz, Ralph Towner, Gary Peacock, tra gli altri). Sorte del resto in qualche modo normale per un batterista della sua caratura tecnica e versatilità, in grado di trovarsi a proprio agio in qualsiasi contesto. Il fatto è che il percorso del musicista di San Francisco si è sempre caratterizzato per una spinta evolutiva, una sorta di demone che raramente lo ha portato a guardarsi indietro. Per questo motivo, la musica
di questo album è ancora più preziosa, presentandoci un Granelli che torna convintamente agli esordi, al rapporto con il trio di Vince Guaraldi, degli anni Sessanta, e con quello di Mose Allison, del decennio successivo. In realtà, sin dai primi anni Novanta, da quando si è stabilito in Nova Scotia, Canada, Granelli ha ripreso la metabolizzazione della musica di Guaraldi dedicata ai Peanuts, congegnando un tour dal nome Tales Of A Charlie Brown Christmas In
Canada; ma la relazione con quei brani è stata diversa, in difficile equilibrio tra un noto che non si voleva pigramente riproporre e un nuovo che forse sembrava eccessivo se rapportato al tema. In questo disco, invece, il discorso torna tranquillo e rilassato e non casualmente ciò avviene accanto a un compagno di viaggio già in piena sintonia con il leader, come Saft (senza sorpresa alcuna autore di una prova sontuosa, l’ennesima). Il viatico del trio non
è soltanto questa riferita smoothness, ma il blues, costante dell’intero programma, al quale il terzo componente, Bradley Christopher Jones, si adatta a meraviglia. Il risultato è incantevole e la musica – che parla al cuore e riferisce storie di profonda amicizia – fluisce naturale e fresca portando il disco a rimanere stabilmente nel ciclo degli ascolti, dal quale sarà
difficile scalzarlo. Nella scaletta, non si possono non citare dei brani-caposaldo, come Cast Your Fate To The Wind e Christmas Time Is Here, di Guaraldi, rispettivamente apertura e chiusura, l’una mossa e leggiadra, l’altra struggente; Parchman Farm, Everybody’s Cryin’ Mercy e Your Mind Is On Vacation, di Allison («il Charles Ives del Blues», secondo Granelli), che fanno ancora di più riflettere su quale sia stata l’influenza del suo sconfinato catalogo sul migliore pop americano. Ecco, il disco può essere anche lo spunto per chi volesse approfondire o semplicemente ripassare o magari, se più giovane, scoprire queste figure, oltre che naturalmente, quella di Granelli (o magari di Zeitlin). Per chi scrive, e per quel che conta, tra i dischi dell’anno. Un ringraziamento a RareNoise, per l’ennesima produzione
all’insegna della cura.
Cerini

Pubblicata sul numero di gennaio 2021 di Musica Jazz


DISTRIBUTORE

Goodfellas

FORMAZIONE

Jamie Saft (p.), Bradley Christopher Jones (cb.), Jerry Granelli (batt.).

DATA REGISTRAZIONE

New York, data scon.