AUTORE
Kendrick Lamar
TITOLO DEL DISCO
«GNX»
ETICHETTA
Interscope
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Con questo disco Kendrick Lamar conferma il suo status di icona del rap contemporaneo firmando, a sorpresa (è uscito in digitale il 22 novembre scorso), il disco dell’anno per quel che riguarda la black music a tutto tondo. Introspezione, storytelling, una produzione elegante e minimale, gestita da collaboratori superprofessionali come Sounwave (all’anagrafe Mark Anthony Spears, ormai sodale da tempo del rapper di Compton) e Jack Antonoff, il produttore di Taylor Swift, e abituato a gestire le superstar. Il suono è variegato e spazia dal G-Funk degli anni Novanta (Man at the Garden, Reincarnated, Dodger Blue) all’r&b (il successo Luther, dedicato a Luther Vandross con il campionamento di un contributo che il soul singer realizzò nel 1982 per una versione di If This World Were Mine di Marvin Gaye e Tammi Terrell cantata da Cheryl Lynn) a suggestioni hyphy (un termine slang usato in California dalle parti di Oakland, che significa «iperattivo» e che indica un sottogenere di hip hop della Bay Area molto energico e aggressivo).
Qualcuno ha scritto che la debolezza di questo lavoro è l’assenza di un concept articolato che invece aveva caratterizzato lavori come «To Pimp a Butterfly» (al quale «GNX» a mio avviso si avvicina per la qualità della proposta musicale) oppure «Damn» e «Mr, Morale & The Big Steppers». Non sono d’accordo. È proprio l’assenza del concept (un’abitudine che ha contribuito all’affermazione di Lamar sulla scena internazionale) a mischiare le carte e a rendere questo disco (il suo sesto lavoro in studio e il primo dopo la separazione dalle etichette Top Dawg Entertainment e Aftermath) uno dei più riusciti della sua produzione. A parte la musica che omaggia di continuo il rap della West Coast (Reicarnated è un omaggio a 2Pac che esplora il tema della reincarnazione in figure come John Lee Hooker e Billie Holiday), i testi spaziano da problematiche personali al ruolo della tecnologia nella musica fino alle dinamiche di successo nel mondo digitale, con una varietà di momenti «conscious» che si alternano a inni da club. Un gran bel disco in cui Kendrick Lamar – reduce da un dissing, una delle consuetudini più antipatiche dell’hip hop, con Drake – conferma la sua versatilità e la sua capacità di tenersi al passo con la musica di oggi.
Per il momento solo in digitale sulle piattaforme: il vinile sarà disponibile dal primo marzo di quest’anno e si ignora se sarà pubblicato il cd.
Nicola Gaeta
DISTRIBUTORE
Universal
FORMAZIONE
Kendrick Lamar (voc.), Serafin Aguilar (tr.), Malik Taylor (corno), Ryan Porter (trne), Amber Wyman (fagotto), Rickey Washington (sop.), Sean Sonderegger, Zem Audu (ten.), Evan Smith (ten., bar.), Paul Cartwright (chit.), Caleb Vaughn Smith, Drew Ford, Geoff Gallegos, Kerenza Peacock, Luanne Homzy, Stephanie Yu, Chad Jackson, Marta Honer, Reiko Nakano, Tylana Renga, Yvetre Devereaux, Bobby Hawk (viol.), Giovanna Moraga, Stephanie Pyne, Peter Jacobson (cello), Miles Mosley (b. el.), Deyra Barrera, Sam Dew, SZA, Dody6, Lefty Gunplay, Wallie The Sensei, Siete7x, Roddy Rich, Ink, AzChike, Hitta J3, YoungThreat, Peysoh (voc.).
DATA REGISTRAZIONE
Los Angeles, 2023-2024.