Gabrio Baldacci «Nina»

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AUTORE

Gabrio Baldacci

TITOLO DEL DISCO

«Nina»

ETICHETTA

Auand


Qui c’è tanta roba. Baldacci tira fuori dal cilindro un triplo cd: il primo in solitaria gestazione (solitaria si fa per dire, visto che il musicista livornese suona dalla chitarra baritona a quella acustica, passando per il basso, elettronica e drum machine); mentre il secondo è in sodalizio con altri tre geniali architetti della musica e dell’improvvisazione. E se tutto ciò non bastasse, la robusta confezione contiene anche «Mr Rencore» realizzato nel 2014. Per farla breve, un totale di ventitré brani scolpiti nella roccia.
«Solo» è del 2017 e Baldacci sventaglia tutte le sue architravi a sostegno di una nuova musica, che fluttua tra il jazz, il gotico, il rock più cupo e malvagio dove, di tanto in tanto, si odono anche accenti orientali come in Dark Was The Night, Cold Was The Ground. Se i primi due brani sono ombrosi, Zouj 2 trova il sostegno di un’elettronica sincopata che si mette al servizio di un ostinato perfetto. Tambonof meriterebbe le scene dell’avanguardia contemporanea di alto profilo, anche se le pungenti note che fuoriescono dalla chitarra del Nostro sono di puro metallo. Il mood di questo primo capitolo sarebbe questo, fatta eccezione per Nina, costruita con spietata precisione come una passeggiata tra le galassie. C’è spazio anche per la noise con Zouj 3 e per il minimalismo americanocentrico di Zouj 4.
La seconda tranche si apre sotto la stessa stella, ma il groove suggerito dalla batteria in Made Of Bones e le sventagliate vocali che marciscono sulla drum machine, ci conducono verso spazi a cavallo tra il rock d’avanguardia e quelle della classica contemporanea. Baldacci lavoro con la grana grossa anche a livello compositivo: e questo lo rende impareggiabile nel coniugare linguaggi differenti (apparentemente), così creando un personale dialetto. Elettronica e strumenti acustici si amalgamano alla perfezione, si asciugano a vicenda, si imbellettano a vicenda creando un caos primordiale ben controllato (Sobaba) o inquietanti parentesi siderali (Tra Blinio) o una rivisitazione di synth-pop mescolata alla sperimentazione che proliferò negli anni Sessanta, tra jazz e rock (Notra Libi). Per poi aprire degli spazi inauditi, tra silenzi e note smorzate (Too Blaines Infart, Potamba). Ovvero ritmi afro-latini, come nella brevissima Rotuli Tic.
Il terzo capitolo, «Mr Rencore» è un vulcano in eruzione, di quelli che ti fanno saltare giù dalla sedia. Giusto per completare un trittico che si offre, golosamente, a una platea di orecchie dalla mentalità aperta e pronte ad assaporare una musica sconfinata.
Alceste Ayroldi


DISTRIBUTORE

Goodfellas

FORMAZIONE

Beppe Scardino (bar., alto), Gabrio Baldacci (chit., b. el., elettronica), Daniele Paoletti, Stefano Tamborrino (batt., elettronica).

DATA REGISTRAZIONE

Loc. scon, 31-1 e 1-2-2016; dal 24 al 26-1-2017.