Andrea Morelli – Silvia Belfiore «Diffrazione»

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AUTORE Andrea Morelli – Silvia Belfiore

TITOLO DEL DISCO

«Diffrazione» ETICHETTA Clair de lune Bruno Camera
A ben vedere (ascoltare), Erik Satie e Duke Ellington stanno bene insieme. Soprattutto se chi li esegue ne implementa quel mood minimalista tracciato dal compositore francese e lo interseca – inappuntabilmente – con il sentimento ellingtoniano. L’idea e il compito è del fiatista Andrea Morelli e della pianista Silvia Belfiore, che restituiscono tutto il passato cameristico a dei brani di rara intensità e bellezza che, nel corso degli anni, hanno subito trasformazioni e manipolazioni di varia natura. L’avvio è delle Trois gnossienes, gentili e toccanti come non mai, mercé il soprano (nella prima), il flauto (nella seconda) e il tenore (nella terza) di Morelli, che dipinge ogni anfratto melodico costruendo intorno variopinti architravi jazzistici; mentre la Belfiore scandisce il tempo, pasteggia con gli armonici aperti costruendo larghe maglie dialogiche. Dalla terza gnossien a Black Beauty – sembra strano dirlo – il passaggio è breve: sarà per l’intro fruttata della Fiore, per il blues che si affaccia ad ogni angolo o per quella cadenza che ci ricorda brillantemente il tracciato di Satie. L’excursus storico, filologicamente costruito, approda a Satie con le belle note di Petit prélude à la journée: breve e intensa canzone che si plasma magistralmente con Single Petal Of A Rose di Ellington, lirica nella voce strumentale di Morelli e nell’accompagnamento impeccabile della Belfiore. Si torna a Satie con Je te veux: il continuum di emozioni è sottolineato dal fraseggio sicuro e sinfonico della Belfiore. E l’immediato fiorire di Lotus Blossom è un passaggio quasi dovuto, perché è ricco di armonizzazioni limpide e liquefatte. E i suoi accenti finali ben si sposano con Sarabande n. 3, anche qui tra piccole pause, sospensioni e rarefazioni ordite in coppia e messe sul piatto dal sassofono di Morelli che arzigogola le asperità satiane con un lirismo avanguardistico ottimamente strutturato. In A Sentimental Mood, da manuale, apre alle Trois gymnopédies, tanto per farci capire l’assoluta contemporaneità di Satie, in qualsiasi modo lo si tratti: e anche il suggerimento jazzistico qui calza a pennello. Si chiude con una svolta, almeno ritmica, perché in Angelica entra in campo anche Alessandro Garau. Un disco elegante, raffinato e di particolare pregio per la storia che racconta. Alceste Ayroldi

DISTRIBUTORE

backlands@tiscali.it FORMAZIONE
Andrea Morelli (sassofoni, fl.), Silvia Belfiore (p.). Ospite: Alessandro Garau (batt.). DATA REGISTRAZIONE
Loc. e data scon.
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