PETER BRÖTZMANN / HEATHER LEIGH / FRED LONBERG-HOLM «Naked Nudes»

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AUTORE

Peter Brötzmann/Heather Leigh/Fred Lonberg-Holm

TITOLO DEL DISCO

«Naked Nudes»

ETICHETTA

Trost


Per il suo ottantesimo compleanno, l’inesauribile Brötzmann non poteva che soffiare nei suoi strumenti ad ancia piuttosto che sulle candeline, cosicché, nonostante si fosse in piena emergenza Covid, due anni fa ha tenuto concerti per tre serate con teutonica determinazione. A ospitare questi sonori festeggiamenti nella sua città natale è stato il centro culturale ADA, e per officiare assieme al festeggiato l’evento sono stati convocati due partner di lunga data. Lonberg-Holm ha iniziato a suonare con Brötzmann nel Chicago Tentet, successivamente nel trio ADA (ovvero, assieme a Paal Nilssen-Love) oltre ad aver registrato tre album in duo. Quanto a Heather Leigh, questo è il sesto album assieme, sempre in duo prima di quest’occasione, sebbene la coppia avesse già sperimentato in concerto la soluzione in trio (con Keiji Haino e Toshinori Kondo). I tre si sono trovati a meraviglia, dando vita a una sorta di blues acido da camera, espresso magnificamente nel lungo brano eponimo, una ballata che sembra essere alla deriva perenne, sin dall’esposizione solitaria del tema da parte di Brötzmann, espresso con l’intensità di sempre, ma assai meno gridato del solito. I suoni distorti e risonanti disseminati dai due partner intorno al suo cammino, sovrapposti o a far da eco, accentuano lo sta[1]to quasi allucinatorio delle potenti ruminazioni del sassofonista intorno al tema del brano. Tutto oscilla tra crudezza e dolcezza, con la pedal steel della Leigh a disegnare scenari notturni ed elegiaci e Lonberg-Holm a porsi talora in stridente contrasto, anche con suoni effettati, mentre Brötzmann ondivago fa come sempre quel che gli pare: ora privilegia insinuarsi dolcemente in quei paesaggi sognanti, ora li sferza, sputando fuoco e fiamme come da par suo, anche se i momenti più taglienti e urlanti del suo repertorio qui sono inusitatamente in minoranza, cosicché, dopo aver scrutato nel buio per quasi mezzora, conclude in solitudine regalandoci attimi di insostenibile tenerezza. Il vecchio leone si è arrugginito? Macché: ecco che nel brano successivo, Flower Flaps, il ruggito torna prepotente, così come nel conclusivo Johnny Anaconda. In entrambi i casi, però, Brötzmann concede più spazio sia a Leigh che a Lonberg-Holm, ai quali affida la parte centrale prima di riprendere i due temi. Aguzzo e tagliente il primo, morbido, sinuoso, nuovamente in forma di ballata il secondo, a suggello di un concerto privo di cedimenti, ingarbugliamenti e cose superflue. Ludico e lucido nelle sue visioni, ancora una volta il musicista tedesco conferma la sua idiosincrasia riguardo a tutto quanto è a suo avviso ormai consolidato, dimostrando il coraggio di mettersi ancora in gioco intorno a ottanta candeline. Chapeau.
Fucile

pubblicata sul numero di maggio 2023 di Musica Jazz


DISTRIBUTORE

trost.at

FORMAZIONE

Peter Brötzmann (alto, ten.), Heather Leigh (pedal steel), Fred Lonberg-Holm (cello).

DATA REGISTRAZIONE

Wuppertal, 28 agosto 2021.