Barre Phillips & György Kurtág Jr. «Face à Face»

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AUTORE Barre Phillips & György Kurtág Jr.

TITOLO DEL DISCO

«Face à Face» ETICHETTA ECM
Dobbiamo a Jorge Luis Borges l’averci ricordato quanto scrisse Thomas De Quincey a proposito di Ralph Waldo Emerson («la cui memoria soleva essere inventiva»), che a sua volta attribuì a Goethe una celebre ipotesi riguardo all’architettura, ovvero che si tratti di «musica congelata». Quel pensiero visionario ci è tornato in testa nel leggere una considerazione di Kurtág Jr. a proposito del suo incontro con Phillips, riportata nelle note di copertina. «La prima immagine che mi viene in mente – dice – per caratterizzare il modo in cui suono con Barre, è architettonica». È la chiave d’ingresso per il mondo algido e al tempo stesso vibrante che i due musicisti hanno fabbricato nel loro porsi faccia a faccia, e che hanno documentato per la prima volta esibendo un’incredibile armonia di coppia. Certo, Phillips non è nuovo al confronto con il suono elettronico, e la frequentazione risale a decenni or sono – basti pensare all’ECM «Mountainscapes» del 1976 – ma l’azzardo è il medesimo ogni volta che avvengono incontri ravvicinati tra mondi in origine distanti. Sono quattordici gli edifici sonori che il duo ha largamente immaginato in dimensioni ridotte (da uno a tre minuti per lo più) realizzando nell’insieme un paesaggio oscuro o immerso in una luce lunare. Attraversare questi luoghi è un po’ come muoversi tra i palazzi e le case di Escher, provando sia il piacere di smarrirsi sia quello della scoperta. Pareti erette da un robusto pizzicato, ambienti che i suoni elettronici dilatano, restringono, alterano, soffitti ad altezze che il lavoro d’archetto rende incalcolabili, arredi scarni, essenziali, ma di puro cristallo o di metalli preziosi. A voler indicare un paio di spazi emblematici si può dire di Across The Aisle, dal prolungato e labirintico ingresso, creato dal confronto serrato dei suoni che sfocia in una cristallina zona centrale dove zampillano note che sfociano in un’area di suono ibrido e inquietante. Oppure la zona non euclidea di Extended Circumstances, che pare costruita con filamenti di suono, mentre Algombech denuncia una perturbante assenza di gravità. In realtà è l’intera sequenza del disco ad avere un senso compiuto, regalandoci un mondo di cristallo in cui possiamo specchiarci. Fucile Pubblicata sul numero di novembre 2022 di Musica Jazz

DISTRIBUTORE

Ducale FORMAZIONE
Barre Phillips (cb.), György Kurtág Jr. (elettr.). DATA REGISTRAZIONE
Pernes-les-Fontaines, settembre 2020-settembre 2021.
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