AUTORE
Anthony Braxton Saxphone Quartet
TITOLO DEL DISCO
«Sax Qt (Lorraine) 2022»
ETICHETTA
I dischi di Angelica
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Tra tanta musica dei nostri giorni che sorge, vive e cade nell’oblio in un batter d’occhio, figlia dell’estemporaneità contemporanea, non si può non rimanere ammirati dalla coerenza e dalla coesione del percorso artistico di Braxton. Un monolite sonoro in costruzione da oltre mezzo secolo con lucida intenzionalità, dotato di un respiro progettuale che volta per volta, al di là degli esiti, si propone sempre come un cimento intellettuale ed emotivo di incommensurabile portata. Progettualità è il grimaldello che apre tutte le opere braxtoniane sin da quando si celavano dietro astrusi titoli grafici. Oggi è il turno di Lorraine, qui proposto nella versione per quattro sassofoni. Che cos’è Lorraine? Lo ha spiegato lo stesso Braxton, sempre a modo suo, cioè un po’ cervellotico: «Lorraine è il nome di un nuovo prototipo musicale. Si tratta di un sistema musicale che governa i «venti sonori» del respiro. C’è una immobilità nell’aria e i fantasmi del passato dominano lo spazio. Ricordi e ombre dell’«essere» adornano gli ornamenti di antiche rovine e di reliquie benedette. Castelli sonori nel cielo – esperienze a lungo dimenticate sono tornate con amore e umiltà. Lorraine è tornata a casa per far nascere un rinnovamento e una consapevolezza dell’altro. Lorraine la viaggiatrice». Quattro tappe di questo viaggiare sono ora documentate da un lussureggiante box realizzato da I dischi di Angelica, contenente un esaustivo excursus di Mario Gamba sulle strutture sonore disegnate dal quartetto e le sfide che ne conseguono, dal cimento polifonico affrontato sempre in bilico tra una coralità che non si smarrisce mai e un’autonomia delle singole voci mantenuta costantemente integra, alla coerenza timbrica perseguita a ogni costo. Nel gioco combinatorio delle soluzioni strumentali che Braxton ha sempre svolto, la formazione a quattro sassofoni non è particolarmente rappresentata nelle centinaia di registrazioni a nome del chicagoano. Venne sperimentata la prima volta in una composizione presente sul secondo lato di «New York Fall 1974», il Cut Two allora rappresentato in forma grafica e oggi indicato come Composition n. 37. I sassofonisti schierati in quel frangente, Oliver Lake, Julius Hemphill e Hamiet Bluiett, come è noto, avrebbero poi declinato la formula nel World Saxophone Quartet. A sua volta, Braxton l’avrebbe riproposta soltanto in una seconda occasione, assai dopo, nel 2000, come ricorda Gamba. Si tratta della Composition N. 169 + (186 + 206 + 214), un concerto per quartetto di sassofoni e orchestra (la Slovenia Radio Orchestra). In queste nuove quattro composizioni (n. 436-439), invece, il quartetto (a Vilnius con André Vida, poi stabilmente con Ingrid Laubrock) è coadiuvato, sostenuto, o meglio sarebbe dire, attraversato da una quinta voce: l’elettronica, grazie a un sistema interattivo in tempo reale. Anche in questo caso l’impiego da parte di Braxton va fatto risalire a quel decennio per lui favoloso, i Settanta, quando si incrociò a più riprese con Richard Teitelbaum. Progettualità. Oggi quei due filoni si congiungono dando vita a una delle opere più convincenti di Braxton, quantomeno relativamente a questo nuovo millennio. Il suono elettronico appare come filigrana, talora sfiora l’invisibile, assumendo in altri frangenti spessore e nitidezza, conservando sempre un carattere quasi spettrale, fungendo da finto fondale, un’autentica quinta voce che affianca la voce delle quattro ance, le riecheggia, le evidenzia, ne esalta il lavoro incessante di intreccio, di sovrapposizione, di fuga, di svuotamento e di riempimento della scena sonora. I quattro sassofoni danno vita a un flusso che raccoglie di tutto nel suo fluire, dal jazz al puntilismo, creando un’atmosfera sospesa tra dimensioni oniriche e cosmiche, che si dissolve e si ricompone di continuo. Musica senza gravità e labirintica, sospesa, posta in uno stato di levitazione. Fluttuante e frastagliata, composta da melodie affioranti, segnata da improvvise accelerazioni, monumentale al pari per costruzione di una cattedrale, come si è spesso detto della Recherche proustiana. Progettualità, appunto.
Gennaro Fucile
DISTRIBUTORE
Goodfellas
FORMAZIONE
Anthony Braxton (alto, sop., sopranino, elettr.), James Fei (sopranino, alto), Chris Jonas (alto, ten.), André Vida (bar., ten., sop.) [disco 1], Ingrid Laubrock (sop., ten.) [dischi 2-3-4].
DATA REGISTRAZIONE
Vilnius, Bologna, Anversa, Roma, 29-5, 3-6, 5-6 e 7-6-22.