AUTORE
Joe Albany
TITOLO DEL DISCO
«An Evening With Joe Albany»
ETICHETTA
SteepleChase (due cd)
È un’autentico mistero il perché queste registrazioni siano rimaste nei cassetti del produttore Nils Winther per oltre quarant’anni. Non soltanto la qualità d’incisione è ottima, ma Albany vi appare in una prova sontuosa che arricchisce la sua assai scarna discografia. Erano gli anni della ricomparsa dell’oscuro pianista italoamericano (1924-1988), appartenente alla generazione bebop e apprezzato da Lester Young e Charlie Parker (che lo vollero come accompagnatore) ma periodicamente lontano dalle scene a causa della dipendenza dalla droga. «An Evening With Joe Albany» risale al periodo in cui l’Europa lo riportò alla ribalta e lo coglie in solitudine e in una coerenza stilistica dettata da un preciso obiettivo: interpretare standard famosi attraverso un’abbondanza di piani di lettura. Non c’è in questi brani il bopper se non per certe evoluzioni della mano destra e per la modesta importanza attribuita ai silenzi. Ovunque, invece, c’è una narrazione fastosa, lussureggiante, da virtuoso entertainer, con quell’urgenza di riempire che rimanda ad Art Tatum. L’inesausto modo di procedere si ritrova dappertutto, perfino in spartane ballad come I Should Care e If You Could See Me Now, nel primo volume, dove memorabile è anche la pensosa versione di Who Can I Turn To?. Nel secondo volume, poi, sono ben venticinque gli standard che Albany illumina con il suo lussureggiante solismo, accorpando in medley molti di essi. Come Art Tatum, che resta il suo maggior punto di riferimento, il pianista sostituisce spesso alla scansione regolare il rubato, quando non il tempo libero, aprendo così al massimo i rubinetti della melodia.
Piacentino
DISTRIBUTORE
IRD
FORMAZIONE
Joe Albany (p.).
DATA REGISTRAZIONE
Copenaghen, 1-5-73.