«Ejadira». Intervista a Virginia Sutera

La violinista e compositrice milanese pubblica un nuovo disco in duo con la fisarmonicista Sara Calvanelli. Di seguito un breve estratto dell’intervista che sarà pubblicata prossimamente sulla rivista Musica Jazz.

- Advertisement -

Buongiorno Virginia. Partirei subito dal disco con Sara Calvanelli, «Ejadira». Innanzitutto chi o cosa è Ejadira
Ejadira è un suono, è un’ evocazione di immagini. Cercavamo un nome che fosse immaginifico, poetico e che riportasse anche a mondi medio orientali. Allo stesso tempo ci piaceva trovare un titolo che rappresentasse le nostre due personalità, giocose e ironiche, e il nostro rapporto, basato da subito su un’amicizia bellissima molto casereccia e goliardica. Ejadira non è altro infatti che il contrario di Aridaje!

Immagino che tu e Sara Calvanelli affrontiate «Ejadira» anche dal vivo; esecuzione che dovrebbe essere irripetibile vista la natura improvvisativa. Come vi comportate durante i concerti? Seguite una traccia che avete disegnato nei sette brani?
I concerti sono come il disco ma non sono il disco, nel senso che sono sessioni di improvvisazione, quindi sempre diversi. Quello che torna è il mondo che «Ejadira»  racchiude nelle sue sonorità, nei suoi spazi, in certe idee tematiche, ma il tutto non premeditato ma frutto del suonare assieme. Il paragone che faccio sempre è con la parola;, perché quando noi parliamo stiamo improvvisando, stiamo creando  un qualcosa nel qui ed ora. Ognuno di noi ha il proprio modo di parlare che è unico e identitario, e a seconda della persona con cui entra in dialogo crea delle conversazioni diverse per tematica e stile. Lo stesso è in musica, per cui quello che si ritrova ai nostri concerti è il nostro modo di parlare in musica.

Virginia Sutera e Sara Calvanelli
foto di Ermanno Novali

Quali artisti, metodi, album o performance che prevedono un uso preponderante dell’improvvisazione hanno catturato la tua immaginazione all’inizio?
In realtà sono state più delle esperienze dirette. A 12 anni avevo un duo,( per rimanere in tema!) con un mio compagno di Conservatorio  e spesso tra una pausa e l’altra ci mettevamo ad improvvisare alternativamente al violino e al piano. Verso i 20 anni poi per un po’ di tempo ho suonato nel gruppo Fase Hobart, che alterna sonorità etniche a momenti d’improvvisazione, e il chitarrista del gruppo, Marco Pisi, mi ha fatto assaggiare musica diversa, dal rock progressive ai mondi mediorientali e dei must del jazz tra gli anni Sessanta-Settanta. Il corso Tabula Rasa alla Chigiana e Siena Jazz con Battaglia, e poi soprattutto la fortuna di aver trovato da subito persone con cui creare e fare musica in maniera progettuale. Ricordo ancora il primo concerto d’improvvisazione totale, è stato in duo con Ermanno Novali.  Eravamo a Bergamo alla Chiesa di Sant’Andrea,  ed era la prima volta che “salivo su un palco” totalmente al buio. Ci eravamo trovati da febbraio a giugno ogni settimana a provare, a fare delle sessioni di improvvisazione e questo era il primo incontro con un pubblico. Non vedevo l’ora ma ero davvero in tensione prima di cominciare. Iniziamo. Mi ricordo l’intensità il colore di tutta la serata, il dialogo che si creava naturalmente con Ermanno e le parole e gli sguardi del pubblico che è venuto da noi a fine concerto, davvero intenso.

Quali sono i tuoi progetti e impegni futuri?
Ho in programma un po’ di concerti da qui a questa estate; i prossimi due a gennaio a Londra! E un po’ di laboratori d’improvvisazione in giro nelle scuole. Poi ho qualche progetto in stand-by a cui prima o poi vorrei dar forma. Una raccolta di sei duetti per violino e quattro pezzi per violino solo che vorrei affinare per poi pubblicare; mi diverte e mi stimola l’idea che vengano suonati da altre persone anche in situazioni didattiche.
Allo stesso tempo mi piacerebbe ridar vita alla mia tesi dedicata a Cardew, integrandola con altre ricerche e da ultimo finire di realizzare il libricino dedicato al visuale in musica che faccia avvicinare e incuriosire le persone al mondo musicale tramite l’arte. C’è da fare!
Alceste Ayroldi

 

 

- Advertisement -

Iscriviti alla nostra newsletter

Iscriviti subito alla nostra newsletter per ricevere le ultime notizie sul JAZZ internazionale

Autorizzo il trattamento dei miei dati personali (ai sensi dell'art. 7 del GDPR 2016/679 e della normativa nazionale vigente).