Il Moncalieri Jazz Festival, nel 2022, ha celebrato venticinque anni di attività. Risalendo alle origini, ci vorrebbe dire come è iniziato tutto?
Il MJF nasce per una mia personale passione e interesse per questo genere musicale. Pur non essendo io un jazzista insieme a Valerio Signetto, Giorgio Cremona e Marco Viola abbiamo creato nel 1998 la I Rassegna Internazionale Moncalieri Jazz che si svolgeva in sole due serate: la prima con la famosa Big Band di Gianni Basso e la seconda con un doppio concerto, il primo dedicato a Benny Goodman con il clarinettista Gaspare Tirincanti e il secondo con il trio di Renato Sellani. Nel 1999 incontrai Tony Lama conosciuto tramite la moglie Simona, il quale si era già occupato negli anni Settanta e Ottanta di concerti jazz. Grazie alla sua collaborazione che durò fino al 2013, nacque l’idea di cambiare subito il volto alla rassegna (che durante il percorso divenne festival) inserendo convegni, mostre di vario genere legate al jazz, lezioni concerto nelle scuole, concorsi musicali, tavole rotonde con firme importanti delle testate giornalistiche quali Franco Fayenz e iniziando ad ospitare grandi nomi di famosi jazzisti internazionali e italiani.
Quali sono state le maggiori difficoltà che ha avuto nel corso del tempo?
Fare in modo che il Moncalieri Jazz Festival venisse riconosciuto non come un festival di periferia, ma come un festival di importanza pari a quella di altri festival del territorio italiano e non solo. Attualmente l’obiettivo è stato raggiunto grazie ai programmi che nel tempo si sono susseguiti sempre sotto la mia direzione.
L’edizione 2022 del Moncalieri Jazz Festival come ha tributato il venticinquennale?
Chi conosce il nostro Festival saprà che ogni edizione è legata a dei temi specifici che legano il jazz ad altre forme artistiche. Quest’anno abbiamo scelto di dedicarlo al centenario di Toots Thielemans con un concerto dell’armonicista Alberto Varaldo Omnisphere; al centenario di Charles Mingus, con il progetto Furious Mingus Revisited capitanato dal grande Furio Di Castri; al centenario di Pier Paolo Pasolini con concerto denominato Le nuvole di Pierpaolo; un concerto dedicato ai centodieci anni dalla nascita di Renato Rascel; un concerto dedicato a Il jazz italiano Oggi e Domani la prima parte con la cantante Ada Montellanico con l’omaggio a Billie Holiday e la seconda parte col gruppo dei giovani con il progetto del contrabbassista Jacopo Ferrazza Fantàsia. Ma quest’anno ad aprire il Festival, il 29 ottobre, è stata la maratona musicale che ha assunto il nome de La notte nera – Jazz a Corte per descrivere al meglio i luoghi più belli e suggestivi del centro storico della città di Moncalieri. Dodici ore di musica no stop a ingresso libero. Venticinque concerti originali presenti in sette corti, tre piazze, tre strade, sei locali per gli Aperitivi in Jazz nel centro storico della città. Senza però creare assembramenti in alcuni punti ad impatto acustico «zero» attraverso cuffie silent system con il Dj set jazz. Il Moncalieri Jazz Festival intende ricordare e non dimenticare. A tal proposito abbiamo pensato di assegnare ad ogni Corte il nome di un’artista jazz piemontese scomparso, per rendere omaggio a chi ha lasciato un segno sul nostro territorio con la propria musica.
Come è nato questo apparentamento con Procida capitale della cultura 2022?
E’ da Marco Basso giornalista e critico de La Stampa, che, nasce l’idea di gemellare Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 e la XXV edizione Moncalieri Jazz Festival 2022 e parte soprattutto dal piacere di esaltare due eccellenze culturali ricche di un patrimonio importante, pur essendo vicine a città metropolitane straordinariamente maiuscole come Napoli e Torino. Quindi si è pensato a qualcosa che potesse far crescere ulteriormente l’humus culturale delle due cittadine: un concerto prodotto da una formazione mista con giovani interpreti che insieme possano costruire con entusiasmo un futuro musicale nei propri luoghi di appartenenza. Inoltre tra i due centri un legame fondamentale è Alessandro Baricco, la cui famiglia è di Moncalieri, dove lui stabilmente risiede e che ha eletto Procida a luogo del cuore, tanto da essere lui per il quinto anno consecutivo, il Presidente di giuria del Premio MARetica. Due sono stati i concerti, il primo a Procida sabato 1 Ottobre nell’ambito del festival di MARetica e a Moncalieri per il Festival Jazz nella serata di chiusura il 13 Novembre, con la direzione artistica rispettivamente e del Maestro Mimmo Costagliola di Polidoro che a loro volta hanno partecipato attivamente come ospiti in alcuni brani. Per l’occasione i due comuni hanno firmato un patto di amicizia, con la speranza di avere in futuro altre collaborazioni
Mi ha colpito molto l’incipit della pagina di presentazione del vostro sito, che inizia sottolineando come il COVID abbia cambiato il mondo culturale. A suo avviso, cosa è cambiato rispetto al passato e come il suo festival ha reagito a tale situazione?
Nel 2020 il Covid ha inficiato molto sul mondo culturale in generale, e musicale soprattutto. I teatri hanno spento le loro luci per molti mesi e dal momento che il nostro festival si svolge in autunno, per noi è stato ancora più difficile trovare un modo per non fermare la nostra musica. Abbiamo deciso di non arrenderci e continuare a dare sollievo agli animi, costretti a restare in casa, con la cosa che sappiamo fare meglio: suonare. Il Festival nel 2020 si è trasferito in streaming e forse questo, ci ha permesso di raggiungere un pubblico ancora più ampio. Dal 2020, fino ad arrivare all’ultima edizione 2022, il MJF ha fatto una scelta, in virtù di valorizzare il panorama musicale nazionale, fortemente colpito dalla pandemia: chiamare artisti esclusivamente italiani.
In cosa consiste CircleLand Reunion?
CircleLand Reunion è stato uno dei tanti eventi in esclusiva per il Moncalieri Jazz Festival 2022. Il progetto CircleLand nasce da un’idea di Albert Hera, un pensiero musicale dove il cerchio è lo strumento di relazione e di inter-azione artistica dove musica, voce e corpo sono il tramite per potersi immergere nella filosofia legata al jazz. Riunirsi per Costruire, Ritrovarsi per Creare sono le chiavi per accedere a questo innovativo evento. CircleLand Reunion è stato suddiviso in due sezioni la prima dedicata alla Costruzione e Creazione con un workshop della durata di 3 ore, completamente gratuito con tre artisti d’eccezione: Daniela Spalletta, Albert Hera, Stefano Baroni; e la seconda sezione dell’evento interamente incentrata sull’improvvisazione grazie ad un Concerto Corale dove i tre artisti e tutti i corsisti presenti al seminario hanno portato in Piazza Vittorio Emanuele II un concerto unico nel suo genere fatto di energia e improvvisazione.
Perché avete scelto il periodo ottobre e novembre per lo svolgimento del festival?Chi mi conosce bene è consapevole che cerco sempre di non intralciare il lavoro di altri colleghi. Di conseguenza facendo una ricerca sul territorio per vedere che non ci fossero altre manifestazioni, il periodo giusto mi è sembrato proprio ottobre e novembre. In questo periodo la nebbia in città è spesso presente, ma noi ci abbiamo creduto fino in fondo ed il periodo è rimasto sempre uguale.
Durante il resto dell’anno vengono svolte altre attività?
Da un anno a questa parte organizzo una stagione con dei concerti a tema per un locale di Torino, denominato Otium Pea Club, che si trova all’interno di una struttura denominata Green Pea. Comunque nel corso degli anni abbiamo svolto attività in collaborazione per esempio con il Torino Jazz Festival, l’Osteria Rabezzana ed anche all’estero come la nascita dell’Italian&Swiss Jazz Festival a Basilea (Svizzera) attraverso il Consolato d’Italia di Basilea e il Comites di Basilea.
Qual è il rapporto tra il festival e il territorio? Avete stretto collaborazioni con altre realtà culturali?
Il Moncalieri Jazz Festival coinvolge nel suo territorio varie realtà culturali con eventi organizzati nelle sedi proprie, quali la Famija Moncalereisa, l’UniTre e alcune RSA del territorio come la Fondazione P.G. Frassati comunità Il Porto, il presidio socio-sanitario Ville Roddolo, attraverso il progetto Il jazz che cura come benessere per tutti i cittadini che si trovano a vivere una situazione di disagio fisico/sociale/mentale. Moncalieri ha un territorio molto vasto che comprende undici borgate, per questa ragione il MJF dedica ogni anno a due o tre borgate un week end con concerti itineranti. Sin dalla nascita, un’attenzione particolare è rivolta alla didattica nelle scuole del territorio e non solo: con le lezioni-concerto si coinvolgono più di mille ragazzi in una settimana, dalle scuole per l’infanzia con il progetto Cartoon in Jazz, sino alle scuole superiori con il progetto Le grandi personalità del jazz; il tutto si svolge con musica dal vivo, con un ensemble consolidato di musicisti jazz. Un ringraziamento particolare è rivolto alla Pro Loco di Moncalieri che è sempre presente con il suo supporto operativo, prima, durante e dopo il festival.
Il tema della salvaguardia dell’ambiente è sempre più presente anche nell’ambito festivaliero. Il Moncalieri Jazz Festival è sensibile a questo tema? Ha posto in essere qualche accorgimento per limitare l’impatto ambientale?
Il MJF è assolutamente attento e sensibile a questo tema, in particolare all’impatto acustico e all’impatto ambientale. Già nel 2019 e in modo simile anche nel 2022, abbiamo eseguito per il cinquecentenario dalla morte di Leonardo da Vinci un concerto ad impatto acustico zero, distribuendo al pubblico cinquecento cuffie utilizzando per la prima volta una tecnologia d’avanguardia di particolari cuffie wi-fi (della Silent System), che hanno permesso di ascoltare il concerto scevro da qualsiasi rumore di fondo, quindi ad impatto sonoro zero. Sono stati coinvolti professionisti quali Albert Hera, Gegè Telesforo, Serena Brancale, Daniela Spalletta, Carola Cora, Fabio Giachino e i Real Circle. Relativamente all’impatto ambientale invece, nel 2021 è stata dedicata una giornata all’evento Green Jazz Day con vari concerti. Uno con il gruppo Magasin du Cafè, con il concerto denominato «Concerto a pedali», ovvero autoalimentato dall’energia prodotto da un componente del gruppo, il quale ha pedalato per tutta la durata del concerto, dando l’energia sufficiente per alimentare audio e luci per tutto il gruppo musicale. A proposito di green, proprio dal 2021 è iniziata una collaborazione con l’Otium Pea Club all’interno del Green Pea, dando così origine ad una stagione di concerti settimanali denominata Jazz on the Roof. Si tratta di un grande spazio dove uno dei punti fondamentali è trasferire il valore del rispetto dal senso del dovere a quello del piacere, sempre con libertà e leggerezza, dando energia ai tuoi pensieri.
Immagino che avrà formato una squadra di collaboratori. Quali sono i criteri che adotta per la scelta?
I miei collaboratori sono per la maggior parte volontari, ma soprattutto amici. Tra di noi c’è molta affinità sotto vari aspetti…gusti musicali, obiettivi, carattere, sinergie e ognuno di loro con la propria competenza, apporta un contributo importante nell’organizzazione del festival. Cito, ad esempio, Albert Hera che collabora con il MJF dal 2019 ed è mio stretto collaboratore nella direzione artistica; Marco Basso è colui che mi affianca nella presentazione degli eventi e in alcuni progetti speciali; Luca Rigazio collabora nella scelta dei gruppi locali; Andrea Ravizza è il compositore e arrangiatore dei progetti speciali. Per la comunicazione e ufficio stampa collaborano mia figlia Eleonora, Giorgio Cremona ed Elisabetta Castiglioni mentre per la fotografia c’è Ferdinando Caretto. Il coordinamento e la logistica sono seguiti da mio fratello Marco.
Invece, le scelte artistiche secondo quali criteri vengono effettuate?
Le scelte artistiche sono sempre partite da un tema. L’idea è quella di omaggiare gli eventi ad artisti nell’ambito del jazz e non solo, intrecciandoli con altri ambiti artistici quali la letteratura , la danza, il cinema e l’arte. Ma non solo, cerchiamo sempre di mettere il jazz in relazione a temi attuali.
Qual è l’identikit del pubblico del Moncalieri Jazz Festival? I giovani lo frequentano?
Il pubblico è per circa 80% territoriale e regionale e raggruppa spettatori appassionati e fedeli. Da qui possiamo confermare quanto l’impatto del nostro festival tocchi la popolazione locale sia in termini di sensibilizzazione ed educazione alla musica jazz, sia in termini di usi e costumi. Di anno in anno il festival ha saputo crescere come importanza per la città sino a radicarsi nella vita dei cittadini come una vera e propria tradizione. In merito ai giovani questi sono molto coinvolti nelle lezioni concerto e a sua volta coinvolgono le loro famiglie durante la notte nera del jazz, la manifestazione di apertura del festival che coinvolge tutti i luoghi della città.
Sponsor pubblici e privati. O meglio, per i primi dovremmo parlare di contributi. Partiamo da questi: come vanno le cose con gli organi di Stato e con gli Enti Territoriali? Quanto la burocrazia ostacola il vostro percorso?
Relativamente ai contributi pubblici degli enti territoriali possiamo dire che sono consolidati sin dalla prima edizione. Il primo ente a sostenere il nostro festival è sicuramente il Comune di Moncalieri a cui segue la Regione Piemonte. Nei primi anni del festival i contributi venivano erogati a fronte di una domanda specifica, successivamente si sono trasformati in bandi pubblici e la nostra organizzazione ha sempre avuto un ottimo riscontro. In questo ultimo periodo proprio la Regione Piemonte ha variato la domanda per i contributi trasformando il bando annuale in bando triennale come il Ministero, e la nostra soddisfazione è stata quella di esserci classificati al ventitreesimo posto su sessanta domande ritenute idonee. Per quanto riguarda gli enti privati, da oltre quindici anni il festival è sostenuto dalla Fondazione bancaria CRT passando attraverso un bando. Invece relativamente alle sponsorizzazioni private, il festival gode del supporto di sponsor locali che si sono radicalizzati nel tempo. La burocrazia ha un peso importante in questi ultimi tempi, in quanto dovendo gestire on line tutte le varie domande con richieste completamente diverse tra loro, richiedono un dispendio notevole di tempo.
Parlando di finanziamenti statali, il vostro festival ha accesso al FUS?
Purtroppo abbiamo provato ad effettuare la domanda Extra FUS ma non siamo stati ritenuti idonei; in ogni caso trovo utile questo strumento finanziario anche se a parer mio, sarebbe da migliorare.
Quali sono i prossimi obiettivi del Moncalieri Jazz Festival?
Sicuramente proseguiamo con l’impostazione che abbiamo avuto in questi ultimi anni e che ormai il pubblico si aspetta. Il periodo in cui si svolgerà il prossimo festival sarà dal 28 ottobre 2023 al 12 novembre 2023. Ad aprire la XXVI edizione sarà sempre La Notte nera del jazz con il Jazz a Corte, una festa della città con tanta musica e alla riscoperta dei luoghi più suggestivi della città; continueremo con le lezioni concerto per le scuole, il Jazz che cura come benessere promuovendo un progetto legato all’impatto della musica sulle malattie degenerative come l’Alzheimer. Questo progetto è in rete con altre regioni, le Borgate in jazz, concerti rivolti alla sensibilizzazione per la salvaguardia dell’ambiente. Quest’anno il ruolo principale lo avrà la Donna in Jazz.
Alceste Ayroldi