«Connection». Intervista a Fabrizio Bosso e Rosario Giuliani

Nuovo album e tour per il quartetto che si completa con Alberto Gurrisi e Marco Valeri. Ne parliamo con i due leader.

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Fabrizio Bosso e Rosario Giuliani Foto di Luca Rossato

Fabrizio, Rosario bentrovati. Insomma, sembra che abbiate messo su un’associazione a delinquere! Ovviamente scherzo… Come nasce «Connection»?
FB: Non proprio un’associazione a delinquere ma dopo almeno 4 anni di concerti con Connection, abbiamo deciso di metterci la faccia e fare finalmente un album da co-leader. Ci conosciamo davvero da tanti anni e non ci siamo mai persi di vista veramente; siamo diventati subito amici e abbiamo sempre suonato uno nel progetto dell’altro, ma non siamo mai riusciti a metterne in piedi uno a nome nostro.
RG: Con Fabrizio abbiamo condiviso tanti progetti insieme, tra i più significativi c’è sicuramente quello dedicato alla musica di Ornette Coleman «The Golden Circle» uscito nel 2013 per Jando Music oltre naturalmente all’album di esordio di Fabrizio «Fast Flight», dal quale tutto è iniziato più di 20 anni fa. «Connection» è il proseguimento della nostra bellissima collaborazione, fatta di storie di vita, bella amicizia, stima e affetto che attraverso le note cerchiamo di raccontare al pubblico che ci segue.

Con due solisti della vostra portata insieme, sullo stesso palco, non rischiate di “farvi male”?
FB: Assolutamente no, anzi è il contrario, è uno stimolo a suonare meglio. Suonare sul palco con un musicista bravo ti spinge inevitabilmente ad alzare il livello. Lo dico sempre che Rosario è uno dei musicisti più preparati al mondo.
RG: Per me è un bisogno reale suonare con Fabrizio, è uno stimolo importante. Oltre ad avere una direzione comune, ci sosteniamo e abbiamo un unico obbiettivo, quello di divertirci e portare a compimento la nostra espressione più forte, “suonare bene”.

Un lavoro fatto per lo più di original, con soli due standard. C’è un filo rosso che lega i brani da voi composti?
FB: volevamo portare ognuno qualcosa del proprio repertorio. Rosario è andato ad attingere al suo vasto repertorio, trovando i brani che più si adattavano al suono e al colore che volevamo dare ai concerti.
RG: Confrontando le nostre idee abbiamo prima capito il suono che volevamo raggiungere e successivamente pensato ai brani da suonare. La maggior parte dei brani da me composti erano già stati suonati e registrati, posso dire però che «Connection» li ha rinnovati e Fabrizio, con la sua maestria, è riuscito ad apporre perfettamente la sua firma su di loro. C’è però un brano inedito che ho scritto ed è una mia dedica personale a Fabrizio, il titolo è appunto Fabrizio’s Mood e l’ho fortemente voluto per rendere indelebile questa splendida collaborazione.

Avete scelto due standard non propriamente standard: Little Sunflower di Freddy Hubbard, 74 Miles Away di Joe Zawinul. Perché proprio questi due brani?
FB: ne abbiamo scelto uno a testa. Un brano che potesse in qualche modo completare la scaletta.
RG: Sono tributi importanti a due leggende che hanno segnato probabilmente il nostro percorso. Pur suonando il sax, Freddy Hubbard è stato per me uno dei musicisti che più mi ha influenzato. Joe Zawinul invece ha rappresentato, con i Weather Report, l’innovazione, oltre a essere stato il pianista del quintetto di Cannonball Adderley, uno dei miei sassofonisti preferiti.

Connection
Foto di Luca Rossato

Parliamo anche dei vostri compagni di viaggio: Alberto Gurrisi e Marco Valeri. Perché avete scelto proprio loro?
FB: Come per le cover, anche per i musicisti ne abbiamo scelto uno a testa, sempre in funzione del suono che volevamo ottenere. Io ho pensato ad Alberto Gurrisi, Rosario invece a Marco Valeri. Ma è stata una scelta immediata.
RG: Condivido la risposta di Fabrizio, aggiungendo che non conoscevo Alberto ed è stata una bella scoperta. Con Marco collaboriamo invece da molti anni, quindi non ho avuto nessun dubbio. Due ragazzi e musicisti fantastici.

Un disco che ti trascina nel miglior passato del jazz. C’è un riferimento storico-musicale a cui siete particolarmente legati?
FB: Non particolarmente, anche perché esistono pochissime registrazioni con organo, tromba, sax e batteria. Inizialmente, Connection è nato come un progetto live e questo ha determinato molte scelte che si sono perfezionate man mano nel corso del tempo. La presenza dell’organo Hammond, per esempio, ti spinge sempre a tirar fuori qualcosa di nuovo.
RG: Per noi la cosa fondamentale è stata quella di creare una fusione delle nostre idee musicali senza riferimenti specifici, mettendo la propria sensibilità al servizio della musica. Un gruppo con l’organo diventa una scelta stilistica, che inevitabilmente ti porta in altre direzioni, mettendo insieme allo swing, anche momenti funky e soul.

Quando e dove potremo ascoltarvi dal vivo?
Oggi suoniamo a Schio e domani a Padova ma ad aprile abbiamo una doppia data (21 e 22) a Bruxelles, poi di nuovo in Italia, il 23 a Russi (RA). Torniamo a luglio per altre due date: il 15 a Padenghe (BS) e il 30 a Monteriore Conca (RN).

Fabrizio, Rosario: cosa è scritto nelle vostre rispettive agende?
FB Paolo Silvestri mi ha recentemente dedicato un concerto in tre movimenti per tromba solista e orchestra sinfonica intitolato “A New Tale. La prima è stata il 2 febbraio a Cremona, insieme all’Orchestra di Padova e del Veneto. È stata un’emozione grandissima che presto si ripeterà nuovamente dal vivo. Poi continuerò ovviamente i concerti con il quartetto e con le altre formazioni.
RG: Oltre “Connection” che ormai è una realtà ben consolidata, sta per partire un progetto molto interessante dal titolo “Miserere”, per il quale sarò special guest di un quartetto di sassofoni classici, MAC quartetto, con musiche di Cortona, Gabrieli, Palestrina, Monteverdi ecc, arrangiato da Mario Corvini. Presto uscirà un cd e faremo anche dei concerti. Inoltre, il duo con Pietro Lussu “Tribute to Bird” e il mio quartetto.

Qui diamo nota del tour date completo:
Marzo
4 Schio “Teatro Astra”
5 Padova “Multisala Pio X”
Aprile
21 Bruxelles “Sound Jazz Club”
22 Bruxelles “Sound Jazz Club”
23 Russi (RA) “Crossroads – Teatro Comunale”
Luglio
15 Padenghe (BS) “Jazz on the Road”
Alceste Ayroldi