Signora Lemper, il suo repertorio spazia tra musica classica e contemporanea, rock-pop e jazz. Ci sono dei criteri con cui seleziona i musicisti e i brani che vuole eseguire?
Scelgo sempre gli arrangiamenti più adatti alla mia cultura e al mio patrimonio musicale.
C’è un suo video che mi ha colpito: Time Traveler. Cosa rappresenta per lei il viaggio?
È il mio nuovo album. Ho scritto un’autobiografia che è appena uscita in Germania e presto uscirà anche in Italia. Allo stesso tempo ho scritto il mio nuovo album dalla prospettiva di un lungo viaggio attraverso molti decenni di attività. Il video esplora l’umanità e i suoi continui fallimenti. È ambientato in un contesto fantascientifico, in cui io vengo dal futuro per vedere il tempo che passa e per salvarvi. Il viaggio? E’ una parte fondamentale della mia vita.

Lei sarà presto ospite del Mundus Festival. Quale sarà il repertorio?
Canterò una retrospettiva della mia musica, da Weill, a Brel, Dietrich e altri e molte delle mie canzoni, storie della mia vita.

Quali collaborazioni ricorda con più piacere?
Maurice Bejart, Robert Altman e Michael Nyman. Ma le collaborazioni sono sempre difficili… gli artisti sono complicati e tutti hanno un grande ego.
Alceste Ayroldi
*L’intervista completa a Ute Lemper sarà pubblicata sul numero di luglio della rivista Musica Jazz